Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 10 Settembre 2020
L’Aci sulla riforma del Codice della strada
Bettoni: si muove nella direzione sbagliata
Dalle biciclette e i monopattini contromano agli autovelox sulle strade locali fino al semaforo giallo di 3 secondi. L’Aci commenta (e contesta) le nuove regole del Codice della strada e spiega perchè.
«L’Aci è sempre soddisfatta quando il legislatore si occupa di sicurezza stradale, soprattutto se interviene per semplificare il Codice della strada, trasformandolo in un “Codice dei comportamenti” che indichi come ci si deve comportare quando ci si muove su una strada. In questa occasione, però, purtroppo così non è. Anzi: ci si muove nella direzione opposta» . Sono queste le dichiarazioni del presidente dell’Automobile Club Bergamo, Valerio Bettoni, commentando la nuova proposta di riforma del Codice della strada.
«Riteniamo, ad esempio un errore – ha proseguito Valerio Bettoni - scrivere nel che la durata del giallo debba essere almeno di 3 secondi, perché può creare malintesi e far tarare tutti i gialli semaforici sui 3 secondi, come se fossero tutti uguali. L’individuazione della giusta durata del giallo semaforico deriva, invece, da un calcolo complesso e unico per ogni incrocio».
«Non ci sembra corretta anche la possibilità di istallare autovelox perfino sulle strade locali dove vige il limite orario di 30 Km/h. L’autovelox – ha rilevato il Presidente dell’Aci - è un utile strumento per controllare e limitare la velocità degli utenti nei punti più critici o pericolosi, nei quali è opportuno avere la certezza che la velocità venga ridotta, in modo da consentire di guidare in sicurezza. È, viceversa, diseducativo - quando non addirittura pericoloso - l’autovelox diffuso, magari installato per far cassa e nemmeno correttamente segnalato, secondo quanto previsto dalla normativa».
«Una particolare attenzione meritano, inoltre – secondo Valerio Bettoni - tutti i provvedimenti riguardanti le biciclette e i monopattini elettrici. Restiamo fermamente contrari alle bici e monopattini elettrici contromano ed alla possibilità che possano transitare sulle corsie riservate al trasporto pubblico. I dati di incidentalità ci dicono che si tratta di pratiche estremamente pericolose, anche in considerazione dell’esposizione al rischio del ciclista rispetto ai veicoli a quattro ruote: più di 50 volte superiore».
«Inoltre - a leggere la proposta - sembrerebbe che, in città, basti imporre il limite di 30 km/h e la bicicletta possa fare tutto: avere la precedenza su tutti, procedere in senso di marcia opposto a quello dei veicoli, andare appaiati e magari sorpassare. Questa sorta di “deregulation” della mobilità ciclabile ha, secondo noi, un forte effetto diseducativo: alle biciclette tutto è permesso e, per conseguenza, anche ai monopattini elettrici, che sono equiparati ai velocipedi, mentre è evidente che, nella mobilità metropolitana, l’anarchia non va assolutamente d’accordo con la sicurezza stradale».
«Infine, sembrerebbe che da domani anche gli operatori ecologici possano emettere multe o far rimuovere i veicoli. Ci auguriamo che le cose non stiano così e che la proposta riguardi solo l’ampliamento delle funzioni degli ausiliari del traffico che – ricordiamo - devono limitarsi a segnalare l’infrazione al Corpo di Polizia Municipale. Né vogliamo prendere in considerazione la possibilità che queste nuove figure si sostituiscano al Corpo di Polizia Municipale».
«In conclusione, è positiva l’attenzione alla sicurezza in ambito urbano, dove ancora sono troppi numerosi gli incidenti ed i morti. Ma siamo preoccupati che l’applicazione alla realtà di tali norme, inserite nel Codice della strada, risulti difforme e differenziata da Comune a Comune, creando confusione e comportamenti insicuri agli utenti della strada». Si sottolinea l’importanza del rispetto di regole chiare da parte di tutti i fruitori della strada, automobilisti, ciclisti e utilizzatori di monopattini elettrici, e l’attenzione nella scuola all’insegnamento dell’educazione e sicurezza stradale.
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