La tromba di Fresu per il Bosco della Memoria
Giovedì 18 ci sarà anche il premier Draghi

Giovedì 18 marzo alle 12, alla presenza del premier Mario Draghi e al suono della tromba di Paolo Fresu, la cerimonia d’inaugurazione dell’area boschiva in ricordo delle vittime del Covid al Parco della Trucca di Bergamo.

Simbolica, senza pubblico e con la tromba di Paolo Fresu in apertura e in chiusura, a sottolineare idealmente la necessità di rompere il silenzio con qualcosa che rimanga e cresca, senza fare un inutile rumore. Come la musica. Come le piante. Alle 12 di giovedì 18 marzo, in concomitanza con la prima giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid, la cerimonia di posa di un tiglio adulto, proveniente dal Comune virtuoso di Biccari, piccolo borgo sui Monti Dauni in provincia di Foggia, inaugura ufficialmente il Bosco della Memoria, iniziativa con cui l’amministrazione comunale di Bergamo, adottando il progetto pensato dall’Associazione Comuni Virtuosi, intende creare al Parco della Trucca un luogo vivo e partecipato per contrapporre a una tragedia immane un’immagine di speranza e di futuro. A quella dalla prima pianta, sarà inoltre aggiunta la piantumazione di 100 tra alberi e arbusti, sorta di anticipazione del Bosco nella sua forma definitiva.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il sindaco Giorgio Gori, la presidente e il coordinatore dell’Associazione Comuni Virtuosi, Elena Carletti e Marco Boschini, insieme ai progettisti Paola Cavallini e Roberto Reggiani, rispettivamente architetto e agronomo, presenzieranno alla nascita di un nuovo polmone, che è anche un cuore e un’anima, nell’area verde prossima al Papa Giovanni XXIII, presidio sanitario più coinvolto nella lotta al virus durante la prima ondata e ancora oggi impegnato nella battaglia.

L’intervento – sostenuto anche dalla campagna di crowdfunding già attiva sulla piattaforma Produzioni dal Basso – prevede, entro l’autunno del 2021, la piantumazione complessiva di circa 750 tra alberi e arbusti. All’interno delle isole alberate, verranno realizzati camminamenti e sedute pensati come luoghi di raccoglimento ma anche come futuro spazio di eventi e iniziative di valorizzazione del bosco.

Definito dal sindaco Giorgio Gori un’oasi di comunità nella città più colpita dalla prima ondata della pandemia, il Bosco della Memoria mira a superare l’apparenza statica del monumento con l’aura espansiva di uno spazio che cresce e respira, diventando un punto di riferimento per le famiglie, per il mondo della scuola e per tutti i cittadini.

Come ha avuto modo di sottolineare Francesco Guccini, dando pieno sostegno al progetto, «piantare un albero è sempre un’idea eccezionale». Un’idea che potrà essere condivisa dalle realtà associative che contribuiranno alla gestione di un luogo abitato da alberi - e quindi, appunto, da idee - per dare forma a quella dimensione di socializzazione che rappresenta una reazione potentissima all’isolamento imposto dalla pandemia. Il valore e l’importanza dell’intervento sono inoltre ribaditi da Beppe Carletti dei Nomadi, che si aggiungono ai testimonial della campagna: «Piantare un albero, creare un bosco, per ricordare il dramma del Covid-19 è un’iniziativa meravigliosa. L’albero come simbolo della crescita e della vita sarà un elemento eterno che ci ricondurrà sempre alla memoria di quelle persone che purtroppo non ci sono più. La scelta di Bergamo colpisce direttamente i miei affetti, un legame profondo mi lega a questa città, dove, purtroppo, ha perso la vita, causa Covid, una nostra carissima amica infermiera. A Bergamo, i Nomadi hanno tantissimi fan e un lungo rapporto di amicizia ci lega all’Atalanta e alla figura di Emiliano Mondonico. L’albero riporta la mia mente ai dipinti di Augusto. Per me è un grande onore poter sostenere questo progetto».

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