La rinascita di Paolo dopo l’incidente
Ecco i concitati minuti del salvataggio

I medici gli hanno salvato la vita infrangendo coraggiosamente le regole. Lui, Paolo Caldara, 21 anni, di Grumello del Monte, collaudatore di display dei pullman a Seriate, ricorda soltanto di essersi messo in cammino con gli amici alla volta del Rifugio Coca, a Valbondione, 1.892 metri sul livello del mare, una passeggiata di circa tre ore.

Era domenica 3 settembre: dopo una sosta per rifocillarsi, il giovane era stato improvvisamente travolto da un masso. Recuperato dall’elisoccorso, era stato portato al pronto soccorso del Papa Giovanni con lesioni ai polmoni, alla trachea e alla vena renale. È rimasto attaccato per 12 giorni a una macchina Ecmo senza l’uso di anticoagulanti, come prevedrebbe la prassi. «Non avevamo scelta – racconta Luca Lorini, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione – altrimenti il paziente sarebbe morto». «Mi hanno dato una nuova vita, come dei secondi genitori», racconta oggi Paolo. Qui le immagini del suo delicato soccorso.

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Incredibile l’intervento in ospedale: Paolo è stato tenuto per dodici giorni attaccato all’Ecmo (una macchina che si sostituisce a cuore e polmoni nell’ossigenazione del sangue) senza utilizzare – come di solito si fa – gli anticoagulanti. Se non avessero fatto così, il ragazzo sarebbe morto dissanguato in meno di mezzora. Perché Paolo Caldara, quella domenica 3 settembre, era arrivato al pronto soccorso del Papa Giovanni XXIII con gravissime lesioni toraciche.

«Sapevamo di non avere molta scelta – racconta Lorini -. L’anticoagulante avrebbe ucciso il paziente». In venti minuti Paolo avrebbe perso tutti e cinque i litri di sangue che gli restavano in corpo: «Dovevamo decidere se comunicare ai genitori che non restava più nulla da fare o procedere con l’eparina, che secondo la conoscenza medica avrebbe causato la morte al 99,9%. Oppure fare tutto il contrario di quello che dice la medicina».

Il rischio? «Non sapevamo se la macchina avrebbe continuato a ossigenare il sangue. Il filtro, senza anticoagulanti, avrebbe potuto bloccarsi». E invece, l’Ecmo ha fatto il suo dovere: «Il sanguinamento è continuato tutta la notte, non più a un litro e mezzo all’ora, ma a 800 millilitri, poi 500. Fino a che, quattro giorno dopo, ha smesso di sanguinare».

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