Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 09 Marzo 2016
La Regione e la lotta al gioco d’azzardo
Dal 2013 8 mila slot machine in meno
«Regione Lombardia ha fatto del contrasto al gioco d’azzardo patologico un punto fermo dell’azione di governo fin dall’inizio della legislatura in corso. La nostra legge, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel 2013 e successivamente modificata, ha sicuramente avuto il merito di far parlare molto del problema e di permettere azioni concrete di contrasto alla ludopatia».
Lo ha sottolineato l’assessore al Territorio, Urbanistica, Difesa del suolo della Regione Lombardia e team leader della Giunta Maroni nella lotta alla ludopatia Viviana Beccalossi, all’apertura dei lavori della Prima giornata nazionale delle Regioni e degli Enti locali sul contrasto al gioco d’azzardo, in corso a Palazzo Lombardia.
Oltre 400 persone provenienti da tutta Italia erano presenti al convegno voluto dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e dall’assessore Beccalossi. Tra loro, il governatore della Liguria Giovanni Toti che, insieme al presidente lombardo, all’assessore ai Servizi sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin e al presidente della IV Commissione consiliare Politica sociale della Regione Basilicata Luigi Bradascio, firmerà a fine mattina il «Manifesto delle Regioni per la lotta alla ludopatia». Presenti anche il sottosegretario all’Economia e Finanza Pier Paolo Baretta e i sindaci Giorgio Gori (Bergamo), Emilio Del Bono (Brescia), Massimo Bitonci (Padova) e Massimo Depaoli (Pavia). Il Manifesto ha ricevuto il consenso di altre Regioni come Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Campania, che potrebbero formalmente aderire nei prossimi giorni.
«Anche in altre regioni italiane, magari con alcune differenze - ha continuato Beccalossi - si è deciso di affrontare un percorso simile a quello intrapreso in Lombardia e oggi siamo qui a confrontare le rispettive esperienze e soprattutto a mandare un segnale forte: le Regioni e gli Enti locali vogliono continuare ad avere voce in capitolo perché è proprio a loro che spetta il compito più triste e gravoso, quello di prevenire il fenomeno ma soprattutto curare le persone».
«Sono due i pilastri fondamentali della nostra normativa - ha sottolineato l’assessore Beccalossi - e cioè l’individuazione dei luoghi sensibili e le azioni socio assistenziali. Sul primo punto siamo stati chiari: non potrà essere attivata nessuna slot o rinnovata alcuna licenza entro la fascia di 500 metri dai luoghi sensibili come scuole, ospedali, chiese, oratori e centri di aggregazione sia giovanili che per anziani. Le azioni socio assistenziali, invece, sono contenute in un piano operativo condiviso con le Asl che prevede azioni concrete contro questa dipendenza”.
«In Lombardia - ha spiegato Viviana Beccalossi - dall’entrata in vigore della Legge regionale, possiamo contare 8.000 slot in meno, con un calo del 12% sul totale degli apparecchi installati, 283 videolottery, cioè le macchinette che permettono di giocare anche 500 euro alla volta, in meno e 1.283 esercizi commerciali che nel 2013, prima dell’entrata in vigore della normativa regionale, disponevano di macchinette e che nel 2014 non le avevano più».
«Per quanto riguarda l’aspetto sanitario - ha proseguito l’assessore - nel 2014 le Asl lombarde hanno assistito 2.111 malati di gioco d’azzardo patologico, sono stati organizzati 540 corsi di formazione che hanno coinvolto oltre 12.000 esercenti e sono stati finanziati con tre milioni di euro messi a disposizione da Regione Lombardia, 68 progetti contro la ludopatia, che hanno coinvolto 1.542 soggetti, tra cui oltre 700 Comuni, 258 associazioni del terzo settore, 319 tra scuole, parrocchie e centri anziani, 45 associazioni professionali e 15 associazioni per la tutela del consumatore».
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