Cronaca / Bergamo Città
Sabato 26 Marzo 2016
La Provincia ridisegna i confini dei paesi
Ecco la mappa della nuova Bergamasca
La Provincia riparte da undici zone omogenee. Sono le aree che raggrupperanno i Comuni bergamaschi. A definirne i confini sarà un decreto di Via Tasso, che al momento vede i raggruppamenti come uno «strumento operativo» spiega il presidente Rossi.
La più piccina è la Val di Scalve: solo quattro Comuni, nell’ottica di una sperimentazione con la Provincia di Brescia, con cui questo territorio naturalmente dialoga. La più «rimescolata», probabilmente, in questa fase è quella attorno alla città, dove le dimensioni molto contenute dell’ambito territoriale sulle politiche sociali si sono incrociate con l’idea di un’area urbana più ampia. Ma ognuna ha le sue peculiarità: sono undici le nuove zone omogenee che raggruppano i Comuni orobici.
A definirne i confini in via sperimentale (dopo «un lungo percorso di condivisione, prima con gli Stati generali dei Comuni, poi con il viaggio in tutti i territori, infine con l’assemblea Ats dei sindaci ad Alzano e gli ultimi suggerimenti avanzati dagli ambiti») sarà presto, con un decreto, la Provincia, che per ora vede questi raggruppamenti soprattutto come «strumento operativo», come dice il presidente Matteo Rossi. «Dopo il referendum costituzionale, invece, ci saranno la riforma regionale e, presumibilmente, una Delrio-bis», percorso rispetto al quale la Bergamasca vuole dare il suo contributo nel disegnare i nuovi assetti.
«Il futuro governo della Bergamasca non potrà che essere policentrico e condiviso – argomenta il presidente della Provincia –. Ogni territorio sarà chiamato a costruire la propria idea di sviluppo, a mettersi in relazione con le altre zone, ma anche a rafforzare le proprie relazioni con le altre province, penso per esempio ai rapporti del Sebino e della Val di Scalve con i territori bresciani, o della pianura con Milano e Cremona». Di tutto ciò la nuova «area vasta» (o cantone, o come si chiamerà alla fine la Provincia) punta ad avere un ruolo di regia, «sempre meno ente amministrativo e sempre più agenzia di servizio e di sviluppo».
Un lavoro per aree, puntualizza Rossi, in questi mesi lo si è già portato avanti: «Per la prima volta i Comuni sono stati coinvolti nella definizione del piano dell’offerta formativa scolastica, è da poco cominciata la consultazione sulle priorità viabilistiche di ogni territorio, e – quando verrà il momento – il bilancio provinciale verrà prima discusso in ogni zona».
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