La Pedemontana può attendere
Tutto da rifare: un anno per la gara

Dopo le dimissioni di D’Andrea e la rescissione del contratto con il consorzio Strabag si tracciano gli scenari futuri.

Trovare entro un anno, attraverso una gara pubblica europea, un nuovo consorzio a cui affidare la redazione del progetto esecutivo e la costruzione delle rimanenti tratte dell’autostrada B2, C e D. È questo il prossimo passo che i vertici della Pedemontana lombarda Spa hanno intenzione di compiere dopo i due importanti fatti verificatisi la scorsa settimana: le dimissioni dell’ormai ex presidente Federico d’Andrea e la successiva decisione del Consiglio di amministrazione di votare la rescissione del contratto con Strabag, il consorzio austriaco a cui era stato assegnato il compito di completare la Pedemontana lombarda A36.

Quello che, quindi, si vuole evitare è che il progetto dell’autostrada si blocchi definitivamente alle già completate tratte A e B1 che vanno da Cassano Magnago (Varese) a Lentate sul Seveso (Monza Brianza). Nel frattempo si attende che venga sottoscritto dal ministero dell’Economia (quello ai Trasporti e alle Infrastrutture ha già provveduto) quello che, in gergo tecnico, viene definito il «secondo atto aggiuntivo» della convenzione fra la società concessionaria e lo Stato, da sempre considerato fondamentale per attrarre investitori privati. Grazie a questo provvedimento, infatti, diventerebbero effettive certe agevolazioni concesse al progetto proprio per riuscire a portarlo alla sua realizzazione: fra queste c’è la defiscalizzazione (cioè uno sconto sulle tasse) da 349 milioni di euro concesso alla Pedemontana lombarda Spa ormai nel 2015. Nella stessa convenzione è previsto che, una volta firmato questo atto aggiuntivo, la società concessionaria (che è controllata dalla Regione attraverso Milano Serravalle) avrà tempo un anno per il «closing finanziario», ossia per recuperare i soldi necessari al suo completamento.

Secondo quanto aveva sostenuto l’anno scorso il predecessore di D’Andrea, ossia l’ex magistrato Antonio di Pietro, per il completamento almeno delle tratte autostradali, senza quindi considerare le opere connesse, servono 1,5 miliardi di euro. Non poco, se si considera che la Pedemontana Lombarda Spa ha recentemente rischiato di andare in fallimento per un prestito ponte ricevuto da cinque banche di 200 milioni. In base al fatto che la società concessionaria, entro il termine stabilito del 31 gennaio, non sarebbe riuscita a restituire questi soldi, la Procura di Milano ne aveva chiesto il fallimento. Richiesta poi respinta dal Tribunale di Milano perché le stesse cinque banche si erano poi rese disponibili a «ristrutturare» il prestito in un mutuo con scadenza 2034.

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