La morte del senzatetto
«Rafforziamo la rete di aiuti»

Amarezza, dispiacere, sconforto: la morte di Avtar Singh, clochard indiano di soli 30 anni trovato senza vita venerdì mattina in piazza della Libertà nel suo giaciglio sotto i portici, suscita tristezza e solleva interrogativi.

Per don Fausto Resmini, direttore del Patronato San Vincenzo di Sorisole, un servizio diurno potrebbe servire ad «agganciare» uomini e donne che vivono ai margini e cercare di avviarli a un recupero. Per don Claudio Visconti, direttore della Caritas diocesana, è necessario andare oltre l’assistenza nell’emergenza: «Si deve dare vita a una rete che non abbia buchi, perché è in questi spazi che si perdono le persone più deboli». Intanto le autorità stanno cercando di mettersi in contatto con i parenti in India. Fra i senzatetto che conoscevano Avtar, qualcuno afferma di aver parlato con i familiari: non avrebbero soldi per il rimpatrio della salma. Il Comune di Bergamo è pronto a sostenere le spese delle esequie.

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