Cronaca / Bergamo Città
Martedì 19 Luglio 2016
«La Montelungo ha perso la esse»
Polemica sul progetto vincente
La «esse» che tanto era piaciuta alla giuria non c’è più. Un dettaglio? Non proprio. Quel «vezzo architettonico» - aveva spiegato il presidente della stessa giuria Francesco Dal Co - aveva fatto la differenza nella valutazione della commissione giudicatrice, decretando la vittoria del progetto dello studio Barozzi-Veiga al concorso internazionale lanciato dal Comune per il recupero della Montelungo.
«Quella proposta è stata radicalmente cambiata e alterata nel suo concetto originale». L’architetto bergamasco Paolo Belloni, che aveva lavorato in partnership con lo studio Nieto e Sobejano di Madrid arrivato secondo alla gara, non ha dubbi e chiede a Palafrizzoni di «riconsiderare l’esito del concorso». Il progetto firmato dal duo italo-spagnolo Barozzi Veiga depositato in Comune e frutto di sei mesi di confronto con la Soprintendenza è altra cosa - «Direi che è stato stravolto» chiosa Belloni - da quello che aveva convinto la giuria lo scorso dicembre. Il sindaco Gori giovedì scorso ha twittato in anteprima le immagini della nuova Montelungo.
Maggiori dettagli si conosceranno mercoledì 20 luglio nel corso dell’incontro per la firma dell’Accordo di programma con l’Università e la Cassa depositi e prestiti. Le immagini danno però già una prima idea delle modifiche che ci sono state rispetto alla prima versione. «La esse non c’è più - afferma Belloni - come non c’è più il fronte perpendicolare all’asse di via Battisti e neppure la piazzetta protetta collocata in quella posizione, non ci sono più neppure i grandi archi che caratterizzavano dal punto di vista architettonico il progetto. Non ci sono più di fatto le qualità che avevano indotto la giuria ad orientarsi sul filo di lana su quella proposta progettuale». Tre dei cinque membri della giuria avevano infatti votato a favore del progetto Barozzi-Veiga, due invece i voti per il lavoro di Nieto e Sobejano.
Da qui la richiesta alla Giunta Gori di riconsiderare l’esito del concorso, «sottoponendo entrambe o forse tutte le proposte progettuali all’attenzione della Soprintendenza e possibilmente dei cittadini, per valutare quale tra i progetti presentati presenta i maggiori margini di adattabilità al parere di questa istituzione».
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