La Curva Nord: «I Daspo al Bocia
un’ingiustizia. Ecco perché»

La Curva Nord: nella «black-list» per colpa di una condanna diventata assoluzione in appello. La questura: provvedimento convalidato dal giudice.

«Tenuto fuori dallo stadio a causa di un’ingiustizia», conclude il volantino che la Curva Nord sta diffondendo in queste ore. Un documento con cui la tifoseria nerazzurra intende dimostrare come al suo leader, Claudio «Bocia» Galimberti, da 25 anni lontano dagli spalti per via di divieti dovuti a vicissitudini giudiziarie, sia stato impedito il ritorno tramite una scorrettezza: porte chiuse sulla scorta di una sentenza di condanna in primo grado al posto di quella d’appello che dichiarava di non doversi procedere. È la carta che gli ultrà atalantini giocano a 8 giorni dalla manifestazione del 13 aprile - corteo dalla Malpensata a Palafrizzoni - che s’inserisce nelle iniziative di solidarietà al capo curva in atto da mesi.

Quella che i tifosi considerano un’ingiustizia, l’hanno scovata gli avvocati Federico Riva e Giovanni Adami tra le pieghe dell’ultimo Daspo a Galimberti, la famosa «diffida della porchetta», quando per Atalanta-Sassuolo, aprile 2015, si presentò al Comunale per recapitare ai poliziotti di stanza ai tornelli l’avanzo dell’animale rosolato in occasione di un pranzo.

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