La città di Bergamo torna sopra quota 121mila abitanti

I dati al 31 dicembre 2021 del Comune di Bergamo: tiene il numero di residenti in Città Alta; più neonati del 2020, crolla il numero dei morti; stabili gli stranieri.

Una città che torna lentamente attrattiva, che riprende timidamente la sua crescita dopo la parentesi 2020, nella quale i nati fanno segnare un – seppur leggero - segno positivo rispetto all’anno precedente, ma che continua – in linea con il trend continentale - il proprio processo di invecchiamento: è questo, in estrema sintesi, il quadro demografico di Bergamo al 31 dicembre 2021 che emerge dai dati diffusi dagli uffici del Comune di Bergamo e che nei prossimi giorni saranno pubblicati sul portale BergamoInCifre.

Nel 2021 la popolazione della città, giunta a 121.328 abitanti, è tornata, seppur leggermente, a crescere. L’aumento di 368 residenti, pari a circa lo 0,3%, è dovuto in minima parte ai nuovi nati (11) e agli stranieri immigrati (16): si tratta quindi soprattutto di trasferimenti da altri Comuni. Non si raggiungono pertanto i livelli del 2019, ma si torna a superare la soglia dei 121mila abitanti, raggiunta solo recentemente.

Nei quartieri, si registrano decrementi percentuali della popolazione a Celadina (-2,7% dipeso dalla situazione del Centro di Accoglienza di via Gleno) e Monterosso, mentre crescono Redona (+2,37%, una variazione su cui influisce probabilmente anche il nuovo insediamento Redona Centro), Borgo Palazzo, Pignolo, Malpensata, Santa Lucia, Carnovali.

Crescita, seppur leggerissima, per Città Alta (+0,11% e 2681 abitanti complessivi), secondo anno con segno positivo nel recente periodo dopo decenni di inarrestabile discesa del numero dei residenti.

«Alcune considerazioni sulla composizione della popolazione – commenta l’Assessore ai servizi demografici Giacomo Angeloni -: i bambini e i ragazzi tra 0 e 19 anni rappresentano il 16,59% del totale della popolazione cittadina, anche se prosegue l’aumento degli anziani over65, oggi oltre 30.000 in città, circa il 25% del totale. Dai 60 anni in su, le donne prevalgono numericamente sempre più sui maschi: il divario è più ampio tra i 61 ultracentenari attualmente presenti in città, ultra100 tra i quali le donne risultano essere ben 52».

I nuovi nati sono stati, nel 2021, 747, dato in leggera crescita (+11) rispetto al 2020, quando i neonati furono 736, ma ben al di sotto i dati pre-pandemia. Per quello che riguarda i numeri complessivi dei movimenti anagrafici, ai 776 neo iscritti all’anagrafe nell’anno appena concluso sono però corrisposti 1.339 decessi, in drastico calo in confronto all’anno 2020, quando furono ben 1.999.

A una tale composizione della popolazione consegue l’incremento di famiglie composte da solo 1 componente (46,4%) o da due (25,3%). Due terzi delle 59.000 famiglie della città sono quindi composte da 1-2 persone e sono le uniche tipologie che risultano in aumento (del 3%); tutte quelle con più componenti diminuiscono. Sono un ricordo ormai le “grandi famiglie”: quelle sopra i 5 componenti sono solo 618, pari all’1% del totale delle famiglie della città.

Forse anche in conseguenza della pandemia, le cosiddette comunità di residenza non solo diminuiscono (oggi 82), ma diventano anche più piccole (i residenti in comunità sono 1.903, -10,87%).

«Il numero di stranieri – prosegue Angeloni – è stabile al di sotto dei livelli 2019; anche in questo caso, il dato è praticamente invariato da dieci anni, con una percentuale che oscilla tra il 16% e il 17% della popolazione totale (che assorbe via via anche gli stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana)».

© RIPRODUZIONE RISERVATA