Cronaca / Bergamo Città
Domenica 17 Dicembre 2017
«La Bruna alpina era la nostra mucca»
Da Lenna la sfida perché torni sulle Alpi
Dalla Val Brembana l’idea di valorizzare la Bruna alpina originale: 40 allevatori fino al Piemonte. Era la razza delle Orobie, ora non più: formaggi di qualità
L’aiuto alla montagna passa anche dal ritorno di una mucca la «Bruna alpina originale» che per secoli è stata la principale fonte di sostentamento delle comunità orobiche. Dal suo latte nacquero stracchini, formaggi di monte, Taleggio, Bitto e Branzi. Una razza, però, oggi in via di estinzione, soppiantata da una ventina d’anni, in nome del profitto e del commercio, da altre più produttive come la Bruna (un incrocio americano), la Pezzata Rossa o la Frisona.
Da Lenna e in Val Brembana ora parte la riscossa della «Bruna alpina originale» (Original Braunvieh nella dicitura internazionale): tre allevatori, Nicolò Quarteroni di Lenna, Ignazio Carrara di Serina e Alfio Sassella di Talamona (Sondrio), hanno fondato l’associazione che mira alla costituzione di un Libro genealogico della razza, alla sua salvaguardia e diffusione sulle Alpi. La sede operativa è all’agriturismo Ferdy di Lenna; una quarantina, finora, gli allevatori associati, 11 le aziende che producono anche formaggi e carne, in Val Brembana, Valle Seriana, Valtellina, nel Bresciano e in Piemonte, e potranno fregiarsi del marchio «Qui prodotti di Bruna alpina originale».
«Prodotti che avranno un prezzo più alto della filiera industriale – spiega il vicepresidente Quarteroni (presidente è Alfio Sassella) – ma che avranno dei valori aggiunti: acquistando un formaggio di Bruna alpina si aiuterà la sostenibilità ambientale e dell’agricoltura in montagna, la biodiversità, il recupero del territorio, il benessere animale, la tradizione, il cibo sano e la nostra salute. Elementi tutti fissati nel nostro statuto». I capi di «Bruna alpina originale», animale più rustico e adattabile all’alpeggio delle altre razze, dovrà per regolamento pascolare liberamente per almeno 90 giorni l’anno, quindi cibarsi esclusivamente di erba; in inverno, invece, principalmente con fieno: caratteristiche che conferiscono a latte e derivati maggiori qualità salutistiche, confermate dagli studi.
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