Cronaca / Bergamo Città
Sabato 12 Gennaio 2019
Intervista a Zapata: «Due gol di meno
per l’Atalanta più in alto in classica»
«Il record mi fa piacere. Ma il più felice è Dayton, che dice sempre: “Papà, sei famoso” Io a 20 gol? Bello, ma rinuncio se serve alla classifica . Cagliari conta: poi sappiamo cosa c’è...»
«Complimenti per il record, Duvan Zapata. Lei è il primo atalantino di sempre ad aver segnato in sei partite consecutive in serie A». L’intervista parte con una domanda, la risposta è l’emblema del bomber colombiano: «Mi fa piacere». Lo sguardo è vispo, il sorriso disarmante. Sono lo stesso sguardo e lo stesso sorriso di quando non segnava mai, e nessuno gli chiedeva interviste, se non per porgli la domandona, intinta nel fiele: ma dov’è finito Zapata?
Due mesi dopo per chiedere di intervistarlo bisogna mettersi in coda, le domande sono inzuppate nel miele, lo guardi in faccia e capisci che tra tutti lui sarà l’ultimo a perdere la misura, se mai la perderà. Per smuoverlo puoi solo parlargli di Danzel e Dayton, lei 6 anni e lui 4, i suoi figli. Oppure della Colombia, dov’è tornato nella settimana di sosta e da dove è rientrato con un sorriso infinito.
«È stato bellissimo tornare a casa, riabbracciare tutta la famiglia e trascorrere alcuni giorni a casa. E l’affetto della mia gente è stato incredibile: in Colombia il calcio italiano è molto seguito, essere diventato il colombiano che ha segnato più gol in serie A mi ha portato nel cuore di tutti. È stata davvero una festa continua...».
Adesso naturalmente tornerà anche la Nazionale..
«Nelle ultime occasioni ero sempre nella lista dei pre-convocati, anche se poi non mi hanno chiamato: c’erano attaccanti più in forma di me».
Adesso è difficile crederlo...
«Sì, ho vissuto un buon mese di dicembre, segnare in tutte le partite è stato bellissimo. Ed è arrivato anche il record...».
E suo figlio?
«È il più felice di tutti, mi dice sempre: “Papà, sei famoso”. Adesso aspetta un altro pallone, mi sono presentato a casa dopo quello meritato con la tripletta di Udine ed era felicissimo. Ne vuole un altro...».
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