Indagini sulla mancata zona rossa
Altri 6 mesi per la consulenza di Crisanti

La Procura di Bergamo ha concesso altri sei mesi al virologo Andrea Crisanti per far luce sulle indagini per epidemia colposa.

Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova, avrà tempo fino a marzo per depositare in procura a Bergamo la consulenza nell’ambito delle indagini per epidemia colposa e omicidio colposo sulla gestione del Coronavirus divise in tre «filoni» cioè la mancata zona rossa ad Alzano Lombardo e Nembro, l’anomala riapertura del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano dello scorso 23 febbraio e i molti decessi nelle Rsa.

Il pool dei pm guidato dal procuratore aggiunto Cristina Rota e titolare del fascicolo, da quanto è stato riferito, ha concesso al virologo «la proroga sino alla scadenza del termine delle indagini» e quindi ancora sei mesi. E questo in quanto il lavoro assegnato, con al centro quattro quesiti relativi all’ospedale di Alzano e alla zona rossa mai istituita nella bergamasca, sarebbe molto complesso e con molte variabili da valutare.

La consulenza potrebbe fornire un quadro esaustivo in particolare su quanto è accaduto nel presidio ospedaliero della Val Seriana, vicenda su cui sono stati convocati molti testimoni e per la quale, come era emerso già nei mesi scorsi, ci sarebbero alcuni indagati. Meno certe sarebbero invece le risposte, sotto il profilo epidemiologico, per la mancata zona rossa, tema di inchiesta su cui sono stati sentiti anche il premier Giuseppe Conte, i ministri Speranza e Lamorgese e i vertici di Regione Lombardia. Il nodo da sciogliere è se sia stata una scelta politica o vi siano state omissioni e in base alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, come già era venuto a galla prima dell’estate, le valutazioni degli inquirenti dovrebbero propendere per la prima ipotesi che fa escludere qualsiasi responsabilità penale.

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