Inchiesta sul crac della Maxwork
Cottone dai domiciliari al carcere

Crac Maxwork, Giovanni Cottone è in carcere a San Vittore da stamattina, lunedì 10 ottobre.

Giovanni Cottone, ex marito di Valeria Marini, è in carcere a San Vittore da stamattina, lunedì 10 ottobre. Era agli arresti domiciliari a Milano nell’ambito dell’inchiesta sul crac della Maxwork, società che fino al 2014 gestiva oltre tremila lavoratori interinali e aveva sede in via Zambonate. Il tribunale di Bergamo ha disposto l’aggravamento della misura cautelare. Oltre a Cottone la magistratura bergamasca aveva disposto i domiciliari per l’ex amministratore della società Massimiliano Cavaliere. Tra gli 8 indagati anche l’ex questore della città, Fortunato Finolli.

Le accuse a vario titolo sono bancarotta, truffa aggravata, peculato e reati tributari e bancari. Le indagini avevano consentito di scoprire un presunto meccanismo di sistematico depauperamento delle finanze della Maxwork, messo in atto dai vertici societari e da persone ad essi legate.

«Nessun contributo nelle presunte attività di bancarotta effettuate dagli amministratori», aveva sostenuto nel corso dell’interrogatorio di garanzia Giovanni Cottone. Il manager aveva negato un suo ruolo nella presunta bancarotta, ricordando che in Maxwork non aveva alcuna qualifica o incarico. Quanto alle accuse di corruzione che lo vedono nei guai insieme a Dino Finolli, Cottone aveva ribattuto che tra lui e l’ex questore di Bergamo (ora indagato) esiste un’amicizia trentennale. Quindi, a suo dire, eventuali regali e favori reciproci sarebbero da ricondurre al loro buon rapporto e da considerare privi di intento corruttivo.

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