Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 07 Aprile 2016
In città falsi caldaisti truffano anziana
Razziano i gioielli con un metal detector
In via Corridoni due hanno detto di dover controllare i caloriferi e sono entrati in casa, razziando tutti i gioielli. La donna derubata: sono spariti con i ricordi di una vita.
Falsi tecnici delle caldaie truffano un’anziana signora nella sua casa di via Corridoni. I due uomini, con un piano ben congegnato e armati di metal detector, sono riusciti a portare via la cassettina blindata dove la signora teneva tutti i ricordi più cari. Lei, vedova 85enne, poche ore dopo il furto racconta di quei pochi minuti durante i quali le sono stati sottratti i ricordi di una vita.
Il valore del bottino è di circa 15-20 mila euro. Erano da poco passate le 10,30 di mercoledì 6 aprile quando l’anziana signora ha visto un uomo (si ipotizza un italiano) di circa 30 anni uscire dall’ascensore. Il falso tecnico, vestito con un giubbetto blu e un tesserino, ha detto di essere stato mandato dall’amministratore per controllare i caloriferi. «Non ha letto l’avviso messo all’ingresso del palazzo?», ha chiesto alla signora. Parole che l’hanno tranquillizzata. Appena è rimasto solo con lei, il falso tecnico le ha spiegato che i suoi colleghi si trovavano nel locale delle caldaie. E dovevano inserire un liquido industriale nei caloriferi. L’uomo in una mano teneva un metal detector, nell’altra il telefono con cui comunicava al «collega» che si trovava sotto. «Signora – le ha detto – i metalli naturali creano dei problemi con questa operazione, vanno distanziati di almeno 20 centimetri dai muri». E, per metalli naturali, intendeva l’oro.
Avvicinando l’apparecchio alle fedi che l’85enne indossava, le ha fatto sentire il suono emesso dal metal detector. La signora si è quindi spostata nella camera da letto, sistemando la cassettina blindata sotto il piumone. Il falso tecnico si è persino finto rispettoso: «Esco dalla stanza, non voglio vedere dove mette gli oggetti». Salvo poi rientrare con il metal detector affermando che lo strumento segnalava ancora la presenza dei metalli. «Li ho messi sul letto», ha risposto con fiducia la signora. Il ladro, a quel punto, le ha detto che era meglio stare all’aperto durante l’immissione del liquido industriale, perché poteva nuocere alla salute, ed è uscito con la donna sul balcone. Sempre al telefono ha quindi dato il «via libera» al complice che ha razziato i gioielli.
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