Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 22 Giugno 2016
Imprenditori rapinati da finti poliziotti
Nove in cella, tre sono di Bergamo
L’indagine della squadra mobile di Brescia e dei carabinieri di Chiari, coordinati dal pm Pappalardo di Brescia, per una serie di rapine compiute l’anno scorso. Per i colpi usavano armi, distintivi, pettorine e lampeggianti simili a quelli delle forze dell’ordine. Ordini di cattura per 9 persone.
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa a Brescia mercoledì 22 giugno. Tutto è iniziato dopo una rapina a mano armata messa a segno a Brescia il 23 aprile 2015, a seguito della quale sono partiti gli accertamenti nei confronti di alcuni italiani, residenti nelle province di Bergamo e Milano, ritenuti coinvolti nel colpo e in altri tre raid avvenuti a Capriolo (Brescia) il 3 aprile 2015, Palazzolo sull’Oglio (Brescia) il 15 luglio 2015 e Brescia il 14 ottobre 2015.
Le vittime erano quasi sempre imprenditori che venivano pedinati e assaliti. Nel corso della rapina del 23 aprile 2015 sono spariti 400.000 euro; la rapina del 15 luglio 2015 ha fruttato 700.000 euro; la quarta rapina, quella consumata il 14 ottobre avrebbe fruttato 200.000 euro, ma le vittime erano riuscite a scappare. Diverso l’obiettivo della rapina consumata il 3 aprile a danno di due cittadini albanesi, ai quali era stato rubato un furgone.
Durante i colpi, hanno spiegato gli investigatori, i rapinatori «agivano indossando pettorine identificative, con l’impiego di segnalatori distintivi e lampeggianti blu, simili a quelli utilizzati dalle forze di polizia, utilizzando per pedinare le vittime sistemi Gps satellitare, collocandolo sulle autovetture». Nel corso delle operazioni sono state rinvenute pistole scacciacani e 17.000 euro in contanti.
Due dei nove indagati risultano residenti in provincia di Bergamo: si tratta di Giovanni Danesi, 41 anni, di Sarnico; Palmiro Bonomelli di 58 anni e Fouad Choukrane, detto «Beppe», di 29 anni, entrambi domiciliati a Bergamo. Bonomelli e Choukrane erano già agli arresti domiciliari dopo essere stati stati bloccati ad aprile a Trieste insieme a un altro bergamasco, Mauro Mazzoleni.
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