Impennata di contagi, in Italia: +629
Speranza: preoccupazione, anche per l’Europa

Continuano a crescere i casi di coronavirus in Italia. Secondo il bollettino di Ferragosto del ministero della Salute, nelle precedenti 24 ore si sono registrati 629 nuovi positivi, in aumento rispetto ai 574 del 14 agosto. È un dato che non si verificava dal 23 maggio.


Il totale dei positivi raggiunge quota 253.438 dall’inizio dell’epidemia. Maglia nera il Veneto, che registra un incremento di 120 casi. A seguire Lombardia (94) ed Emilia-Romagna (71). Nessun caso invece in Valle d’Aosta e nella Provincia Autonoma di Trento. I tamponi effettuati sono stati 53.123, in crescita rispetto ai 46.723 di ieri. Il numero dei decessi sale a 35.392. Gli attualmente positivi sono 14.406.

In flessione i ricoverati con sintomi: sono 764, 7 in meno rispetto al 14 agosto. In lieve calo i ricoverati nelle terapie intensive, sono 55 (-1 rispetto al 14 agosto).

La Regione Piemonte ha riferito che dei 47 nuovi casi positivi, 15 sono diagnosi del 13 agosto inserite in ritardo a causa di un guasto tecnico che ha riguardato la Piattaforma Covid-19 regionale. In Sardegna dei 5 nuovi casi positivi, 4 sono attribuibili a migranti nel sud dell’Isola e 1 caso nella città metropolitana di Cagliari (un cittadino di rientro dalla Spagna). In Sicilia, dei 46 nuovi casi positivi, 13 provengono da Malta.

«I dati delle ultime settimane non possono non preoccuparci - ha commentato al Tg1 il ministro della Salute Roberto Speranza -. Attorno a noi ci sono Paesi con numeri ancora più significativi. In Spagna nelle ultime 24 ore oltre 3000 casi, 2500 in Francia, 1500 in Germania. I nostri 629 sono un dato migliore rispetto ad altri Paesi europei ma un dato in crescita. Dobbiamo rialzare il livello di attenzione tutti quanti perché non possiamo assolutamente vanificare i sacrifici fatti dagli ultimi mesi dagli italiani».

Speranza ha poi ribadito l’impegno del Governo per la riapertura delle scuole dal 14 settembre: «Stiamo lavorando incessantemente, è una priorità assoluta, lavoriamo perché tutte le scuole riaprano in presenza e in sicurezza la metà di settembre. Stiamo investendo su nuove risorse umane, su risorse strumentali e io in modo particolare sto lavorando per creare un nuovo rapporto organico, strutturato e costante tra sanità e scuola, non possiamo assolutamente lasciare i nostri insegnanti e presidi da soli ad affrontare questa vicenda».

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