Il virus corre tra i bimbi: su 968 nuovi positivi il 30% ha tra 0 e 11 anni

Il pediatra Greco commenta i dati dell’ultima settimana: su 63 pazienti Covid seguiti da inizio pandemia, 23 individuati in questi 20 giorni. «Ora tutelare i piccoli».

I numeri sono inequivocabili: il principale «serbatoio» del virus è tra i bambini più piccoli, ed è qui, in questa fascia di popolazione, che bisogna chiudere le porte in faccia al Sars-Cov2 con le vaccinazioni. Per proteggere in primo luogo i bambini, quelli che tra loro sono più fragili e immunodepressi, e anche per tagliare la spirale dei contagi in tutta la popolazione: non lasciano spazio a dubbi i numeri del monitoraggio settimanale effettuato dall’Ats, Agenzie per la tutela della Salute, di Bergamo che vanno ad aggiornare il «cruscotto» in consultazione di tutte le amministrazioni comunali del territorio orobico. Nei giorni tra il 2 e l’8 dicembre (sono i dati più aggiornati del cruscotto), su 968 nuovi positivi registrati in Bergamasca 293, ovvero il 30% del totale, riguardano bambini tra 0 e 11 anni. E una percentuale così alta non si ha in altre fasce d’età: si arriva al 12% di nuovi contagi (115) tra i 30 e i 39 anni, al 17% (161) tra i 40 e i 49 anni, all’11% (107 nuovi casi) nella fascia tra i 50-59 anni.

L’età media dei nuovi casi si è notevolmente abbassata, si è a 34 anni, e nelle altre fasce d’età, sia tra i ventenni per esempio, che tra gli ultrasessantenni le percentuali dei nuovi contagi rispetto al totale non raggiungono mai numeri a due cifre. E si tratta di fasce d’età, peraltro, dove l’adesione al vaccino è stata molto più elevata che in altre.

«Ora è arrivato il momento di proteggere i più piccoli, è importantissimo partire e farlo presto: la situazione dei nuovi contagi è assolutamente in linea con quello che si riscontra negli ambulatori dei pediatri di base – sottolinea Luigi Greco, pediatra e componente del Consiglio dell’Ordine dei medici di Bergamo – . Personalmente nelle ultime tre settimane ho assistito a una crescita di casi di positività tra i bambini mai vista prima: basti sapere che da inizio pandemia io ho avuto 63 casi di Covid tra i bambini che seguo, e di questi 23 sono emersi da fine novembre ad oggi. La vaccinazione tra i più piccoli diventa quindi un passaggio cruciale nella lotta al virus. S e è vero che i casi di bambini che si ammalano in modo grave, con sintomi, e con la necessità di un ricovero in ospedale sono numeri bassi, bisogna però tenere conto del fatto che ci sono: due dei bambini che ho seguito sono finiti in Terapia intensiva, per esempio . L’efficacia e la sicurezza del vaccino sono ormai incontestabili, la salute di questi piccoli va assolutamente protetta. E quando si parla di salute non bisogna pensare soltanto ai problemi fisici ma al loro benessere complessivo: i più piccoli, proprio perché non ancora protetti dal vaccino, in questo tempo sono quelli che hanno sofferto e soffrono di più delle limitazioni: prima il lockdown, poi la dad, ora con i contagi in salita proprio nella loro fascia d’età spesso sono obbligati a restare a lungo a casa perdendo contatti con i coetanei, non frequentando gli asili e la scuola, non praticando attività sportiva. Il vaccino è uno strumento importante per la crescita dei più piccoli, che non devono essere privati di momenti fondamentali per il loro sviluppo emotivo e psicologico».

La campagna per la protezione della fascia d’età 5-11 anni in Lombardia sta scaldando i motori, peraltro: da sabato sera è già possibile effettuare le prenotazioni . «E noi pediatri stiamo già vedendo i primi riscontri positivi: molti genitori chiedono, fanno domande, ci consultano. Io sono ottimista, e credo che l’adesione sarà buona – continua Greco – . Il nostro compito è quello di informare dell’efficacia, della sicurezza e dell’importanza del vaccino. I bambini vanno protetti dalla malattia, e questo vaccino è efficace per evitare lo sviluppo di forme severe e per scongiurare il rischio di finire in Rianimazione».

Lo scetticismo, comunque, circola: c’è chi teme per i propri figli, chi non crede al vaccino. «Fornire le giuste informazioni aiuta a capire e a inquadrare il problema: ai tempi del vaiolo si diceva che chi si vaccinava rischiava di trasformarsi in mucca. È evidente che si trattava di convinzioni senza alcun fondamento, e il vaiolo è stato debellato. Io credo che i genitori in questa pandemia stiano toccando con mano le difficoltà dei loro bambini nell’avere una crescita serena, a causa delle limitazioni contro il virus e credo che sappiano che anche i casi di ricoveri e di malattia grave nei bambini ci sono anche se sono rari – conclude Greco – . L’efficacia del vaccino contro il Covid la stiamo provando tutti: vediamo che nelle fasce d’età dove il vaccino si è fatto di più i contagi diminuiscono, la protezione funziona. Sta accadendo la stessa cosa con l’antinfluenzale: tra i bambini tra 0 e 4 anni, per esempio il virus dell’influenza circola 10 volte di più che tra gli ultra 65enni, che è la fascia più protetta contro l’influenza . Tutelare i più piccoli dal Covid significa fermare la circolazione del virus Sars-Cov2 e quindi contribuire a rallentare l’andamento pandemico e impedire la formazione di nuove varianti: con l’arrivo della Delta, per esempio, ci aspettavamo che proprio i più piccoli diventassero i soggetti a maggiore contagio, e così è stato. Per fermare l’avanzata della curva pandemica adesso bisogna agire qui, nell’area pediatrica».

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