Il tempo delle spese pazze è finito
In Regione ora è piena austerity

Il tempo delle vacche grasse è finito anche per i consiglieri regionali. Dopo l’inchiesta scattata negli anni scorsi i gruppi consiliari non solo hanno meno risorse a disposizione, ma hanno deciso di non spenderle tutte.

Su 500 mila euro ne sono stati utilizzati solo 180 mila. A fine legislatura, i fondi non spesi tornano nella disponibilità della Regione. Per il capogruppo di Ncd in Consiglio regionale, il bergamasco Angelo Capelli, «in passato c’è stato qualche atteggiamento un po’ troppo leggero, ma oggi si è passati da un estremo all’altro». Sicuramente c’è «preoccupazione per le spese che possono non essere ritenute compatibili». Tuttavia «un conto è sprecare, ma così si rischia di inibire l’attività politica. Bisognerebbe trovare una via di mezzo».

Sulla stessa linea l’intervento del consigliere della Lega Nord, Roberto Anelli: «Siamo arrivati all’assurdo. È vero che negli anni scorsi si è speso troppo, ma adesso si spende troppo poco e si mette in crisi l’attività di consigliere». Nelle file dell’opposizione il capogruppo del Patto civico, Roberto Bruni, spiega che «c’è un atteggiamento di sobrietà, noi siamo un gruppo nuovo ma in altri gruppi forse la lezione della scorsa legislatura, con le inchieste della magistratura sulla “spese pazze”, è servita». E il consigliere del Movimento 5 Stelle, Dario Violi, sostiene che i numeri sono «la dimostrazione che tutti quei rimborsi di cui si riempivano le tasche i consiglieri, non servivano per l’attività politica». Infatti «sono passati da spendere 200 mila euro all’anno a 10 mila».

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