Il teatro Riccardi, «papà» del Donizetti
Storia (movimentata) di un grande sogno

Un altro scatto affascinante da Storylab ci offre l’occasione per tornare a parlare del teatro Donizetti. Anzi, del teatro Riccardi. Perché là dove oggi sorge il teatro cittadino dedicato al grande compositore bergamasco prima c’era un altro teatro che portava il nome dell’impresario che lo costruì: Bortolo Riccardi. La storia della costruzione è curiosa e ricca di colpi di scena.

Passeggiando sul Sentierone in direzione della chiesa di San Bartolomeo ci appare sulla destra: è il teatro Donizetti, cuore della «città dello spettacolo» e della vita culturale di Bergamo. Un luogo affascinante e con radici profonde nella storia cittadina. Non tutti sanno, infatti, che proprio in questo punto del Sentierone prima del Donizetti c’era un altro teatro: il teatro Riccardi che, costruito alla fine del XVIII secolo, rappresenta il primo nucleo di teatro stabile della nostra città. Da Storylab arriva una foto in cui si vede proprio il teatro Riccardi: siamo nel 1880, 17 anni prima della riqualificazione della facciata (allora molto diversa da quella che conosciamo oggi) e dell’intitolazione del teatro a Gaetano Donizetti in occasione del centenario sua della nascita.

A saperne di più sulla nascita del teatro Riccardi, oltre all’archivio del nostro giornale, ci aiuta «Il Sentierino», progetto-percorso di comunicazione urbana che conduce alla scoperta del centro cittadino attraverso i personaggi che hanno trasformato l’antico prato della Fiera nel Centro piacentiniano della Bergamo moderna. È proprio nel contesto dell’antica Fiera di Sant’Alessandro che inizia il cammino verso la costruzione del teatro sul Sentierone: attorno alle tante bancarelle dei commercianti, infatti, anno dopo anno fiorirono teatrini, baracche in legno e teatri-tenda, strutture provvisorie che venivano montate e smontate all’occorrenza e che ospitavano spettacoli di ogni genere: intrattenimenti circensi, concerti, rappresentazioni teatrali, burattini, marionette e «meraviglie» varie.

E il pubblico apprezzava. Alla fine del Settecento – per citare un numero – la Fiera di Sant’Alessandro attirava qualcosa come 16 mila persone, con un fitto calendario di appuntamenti che andava dalle processioni religiose agli spettacoli: era un evento importantissimo per i bergamaschi dell’epoca e c’era chi arrivava anche da fuori provincia per partecipare. Proprio sul finire del Settecento entrò in scena Bortolo Riccardi, impresario teatrale: fu lui a costruire il primo teatro in muratura della città, senza curarsi delle polemiche suscitate dalla sua iniziativa con i regolamenti che vietavano di costruire teatri stabili nella zona della Fiera. Le prime rappresentazioni partirono quando era ancora in corso la costruzione e l’inaugurazione ufficiale avvenne il 24 agosto 1791. Il nuovo teatro fu un successo, ma poco dopo per Riccardi iniziarono i guai: prima gli inquisitori veneti e la condanna a due anni di reclusione per le idee illuministiche e le simpatie filo-francesi, poi la notte dell’11 gennaio 1797 un misterioso incendio distrusse il teatro.

Il capitolo «guai» si inserisce nelle tensioni successive all’arrivo a Bergamo, nel 1796, delle truppe francesi del generale Bonaparte: la città era divisa fra i seguaci dei francesi e quelli dei veneziani. L’ultimo Capitano della Repubblica di Venezia, Alessandro Ottolini, la notte del 7 gennaio fece distruggere il teatro della Cittadella in Città Alta (probabilmente per evitare pericolosi assembramenti, visto che il teatro si trovava nel perimetro della residenza governativa). Quattro giorni dopo andò in fiamme anche il Riccardi e gli oppositori di Ottolini collegarono i due episodi, accusandolo di aver ordinato anche il secondo incendio. Ma non c’erano prove. Riccardi decise comunque di non mollare e di ricominciare praticamente da zero, dai tendoni, ma tutto cambiò di nuovo, all’improvviso e in suo favore: crollato l’antico regime, Ottolini fu riconosciuto colpevole, incarcerato, e i suoi beni confiscati per risarcire Riccardi che a quel punto potè coronare il suo sogno di costruire un grande teatro.

L’architetto Giovanni Francesco Lucchini, che già aveva progettato l’interno dell’edificio andato distrutto, fu incaricato di ricostruire il teatro: più imponente e abbellito dalle pitture a chiaroscuro del Bonomini, il Riccardi fu riaperto il 30 giugno 1800. L’intitolazione a Gaetano Donizetti arrivò nel 1897 in occasione del centenario della nascita del compositore. In quell’occasione fu anche rifatta la facciata, a cura dell’architetto Pietro Via: il Donizetti assunse così l’aspetto che conosciamo oggi.

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