Cronaca / Bergamo Città
Martedì 26 Maggio 2020
Il saluto dei medici di Emergency
«Sempre vicini a Bergamo»
I medici della Ong lasciano l’ospedale da campo: «Una struttura che sta diventando un modello».
Il contingente di circa 80 uomini di Emergency tra medici, infermieri, arrivati a Bergamo a sostegno dell’ospedale da campo costruito con la grande generosità di tutti bergamaschi, alpini in testa, durante la drammatica emergenza covid, lasciano la struttura dopo che anche l’ultimo paziente è stato dimesso lunedì.
La struttura continuerà a essere operativa pur cambiando parzialmente funzione come ha ricordato martedì 26 maggio Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ospedale Papa Giovanni:«E’ stata un’esperienza molto positiva, un modello di collaborazione fra realtà molto diverse fra loro e un aiuto prezioso anche per consentire agli ospedali della provincia di ripartire, riportando parte delle aree Covid in aree Covid free. Oggi non è la fine per questa struttura, ma un nuovo inizio, nello stile che ci ha contraddistinto in tutta questa emergenza: creare le risposte che servono ai bisogni emergenti e oggi fortunatamente c’è sempre meno bisogno di ricoveri per il Covid ma abbiamo circa 2.000 persone che abbiamo ricoverato nelle nostre strutture e che vogliamo seguire nei necessari controlli successivi alla dimissione».
«Felici di aver potuto dare il nostro contributo in situazione estremamente difficile -ha detto Rossella Miccio, presidente di Emergency- questa struttura sta diventando un modello. Speriamo che non ci sia ulteriormente bisogno, ma restiamo sempre vicini a Bergamo, potrete sempre contare su di noi».
Positivi anche i commenti delle autorità presenti: l’Assessore alla protezione civile di Regione Lombardia Pietro Foroni, il Prefetto Enrico Ricci, il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori e Sergio Rizzini, Direttore generale della Sanità Alpina, che hanno lodato la collaborazione tra le tante realtà coinvolte in questo progetto, che si sono unite per dare una risposta concreta all’emergenza Covid-19 in terra bergamasca.
LA FASE 1 del Presidio Medico Avanzato
La struttura realizzata in Fiera grazie al contributo dell’Associazione Alpini, dei volontari di Confartigianato Bergamo, dei tifosi atalantini e di tante aziende che hanno donato i materiali necessari ha accolto il primo paziente il 6 aprile scorso. L’ultima è stata dimessa domenica 24 maggio.
In 49 giorni sono stati accolti 120 pazienti, alcuni ricoverati in Terapia intensiva, altri in subintensiva e altri in aree a bassa intensità.
Nel momento di massima presenza sono stati accolti 47 pazienti, 12 dei quali in terapia intensiva.
I degenti provenivano dalle seguenti strutture, sia dal Pronto Soccorso che dalle Terapie intensive che dalle degenze ordinarie:
- 47% Ospedale di Bergamo
- 16% Ospedale Bolognini
- 14% ospedale di San Giovanni Bianco
- 12 % dal territorio
- 8% Humanitas Gavazzeni
- 3% Policlinico San Marco (Zingonia).
89 i pazienti dimessi a domicilio, 2 i pazienti dimessi in modalità protetta, 28 sono stati trasferiti in altre strutture ospedaliere (quasi sempre all’Ospedale di Bergamo) per curare patologie non legate al Covid che richiedevano trattamento specialistico. Purtroppo fra i pazienti del Presidio medico abbiamo dovuto registrare anche un decesso.
Hanno operato nella struttura, 277 persone fra operatori medici, sanitari, logisti e altre figure, così suddivise:
14 dipendenti dell’ASST Papa Giovanni
18 liberi professionisti reclutati dall’ASST Papa Giovanni
5 personale in somministrazione
2 persone in comando o distacco
40 persone dell’Associazione nazionale alpini
46 persone del Contingente militare russo
82 operatori di EMERGENCY
15 volontari
55 operatori della Protezione civile
LA FASE 2 del Presidio Medico Avanzato
L’intera area è già stata sanificata. Letti e apparecchiature restano disponibili e pronti all’utilizzo nel caso fosse necessario riaprire l’attività di ricovero (la struttura fieristica è nella disponibilità dell’ASST fino al 31 luglio prossimo).
Una volta eseguiti alcuni lavori per creare degli ambulatori, utilizzando l’area di ricovero a bassa intensità nei pressi della Tac, il presidio medico avanzato ospiterà le attività di follow up dei pazienti ricoverati nelle strutture dell’Asst Papa Giovanni XXIII.
Anche in questa fase proseguirà il supporto logistico dell’Associazione nazionale alpini.
Gli ambulatori per i controlli sono multidisciplinari e vedono l’intervento degli specialisti delle Unità di Malattie infettive, diretta da Marco Rizzi, della Pneumologia diretta da Fabiano Di Marco, della Psicologia clinica diretta da Maria Simonetta Spada, in collaborazione con gli operatori della Direzione Professioni Sanitarie e sociali, diretta da Simonetta Cesa.
Questa attività è già stata avviata con successo agli ambulatori dell’ospedale di Bergamo, ma verrà completamente trasferita per sfruttare appieno la struttura realizzata in Fiera, anche ora che fortunatamente non c’è più la necessità di ricoveri. Il Presidio in fiera dispone infatti di una Tac, di un’apparecchiatura per le radiografie, verranno installati apparecchi per la spirometria e prevede la possibilità di eseguire prelievi ematici che saranno poi processati nei laboratori del Papa Giovanni.
I primi pazienti sono stati convocati all’ospedale di Bergamo per i controlli il 5 maggio e finora sono stati accettate 180 persone. Il percorso base prevede:
l’accettazione infermieristica con il case manager per la valutazione multidisciplinare del paziente, il prelievo di sangue, l’elettrocardiogramma e l’educazione sanitaria,
l’esecuzione della spirometria e la valutazione in un fisioterapista e di un fisiatra per la funzionalità polmonare,
la radiografia toracica
la valutazione psicologica
la visita con specialistica con infettivologo o medico d’urgenza. In base alle risultanze degli esami, viene prenotata una visita pneumologica, cardiologica od ostetrica (nel caso di donne in gravidanza) e avviato un percorso specifico che potrà avvalersi anche della telemedicina
Il progetto è stato denominato Surviving Covid e si inserisce nella prospettiva del Covid19_lab, realizzato in partnership con la FROM per sistematizzare la raccolta e l’analisi dei dati clinici e sanitari relativi al Covid 10.
Il percorso prevede anche interventi riabilitativi e di screening e ha una platea potenziale di oltre 2.000 persone, considerando i ricoverati al Papa Giovanni, a San Giovanni Bianco, al Presidio in Fiera.
Il trend atteso negli spazi della Fiera è di poter esaminare 36 pazienti al giorno.
La seconda attività che verrà ospitata in Fiera sono le vaccinazioni che di norma vengono eseguite al Presidio socio sanitario territoriale di Borgo Palazzo, in cui parte degli ambulatori vaccinali è occupata dalle Usca.
Negli spazi fieristici verranno recuperate circa 2.000 vaccinazioni, che erano previste per i mesi di marzo, aprile e maggio e che non sono state effettuate per l’emergenza Covid.
Le due strutture distano pochi minuti di automobile e la Fiera dispone di un ampio parcheggio gratuito per i cittadini, oltre che di spazi che consentono di mantenere più agevolmente il necessario distanziamento fra gli utenti.
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