In Università: «Cultura che fa crescere»
L’abbraccio dei bambini al Presidente

Sono ben 275 i bambini festanti che hanno accolto il Presidente Mattarella davanti alla redazione de L’Eco di Bergamo nella mattinata di mercoledì 30 novembre.

Una bella sorpresa che sicuramente il Capo dello Stato gradirà: in tutto sono 275 e provengono da quattro scuole private e pubbliche di Bergamo: sono le quarte elementari dell’Istituto Donadoni, Mazzi, Bambin Gesù e Capitanio. Tutti con la bandierina in mano, sciarpa e cappello ben calato sulla testa e un gran sorriso di gioia mista a meraviglia.

L’arrivo del presidente a L’Eco di Bergamo

I bambini, accompagnati dalle loro insegnanti, hanno incontrato Sergio Mattarella quando è arrivato alla redazione de L’Eco di Bergamo, intorno alle 10.10.

Prima di salire in redazione, il Presidente li ha salutati e si è fermato con i ragazzi per qualche secondo. I ragazzi hanno cantato l’Inno d’Italia in attesa di Mattarella.

Il Capo dello Stato è stato ricevuto davanti a Palazzo Rezzara dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, il prefetto, i vertici de L’Eco di Bergamo e del Gruppo Sesaab, il direttore de l’Eco Alberto Ceresoli, il sindaco Giorgio Gori.

Poi i bambini hanno raggiunto il Centro Congressi, a fianco della redazione: è stato regalato loro un libretto in ricordo della giornata ehanno seguito una lezione di educazione civica sul ruolo del Presidente della Repubblica.

Questo proprio mentre Mattarella sta visitando la redazione, per poi riprendere la strada che sale per Città Alta per la tappa universitaria, atteso alle 11 a Sant’Agostino dal rettore del nostro ateneo, Remo Morzenti Pellegrini, per l’inaugurazione dell’Anno accademico.

Il Presidente ha fatto puntuale il suo ingresso in Sant’Agostino, dove è cominciata la cerimonia.

In prima fila, accanto al Presidente Mattarella, il ministro bergamasco Maurizio Martina, il presidente della Regione Roberto Maroni, il sindaco Giorgio Gori, il vescovo Francesco Beschi, gli onorevoli Gregorio Fontana, Alberto Bombassei, Elena Carnevali, Giuseppe Guerini e Pia Locatelli.

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/linaugurazione-dellanno-accademico_1029137_44/

Ad aprire la cerimonia dell’anno accademico è stato il rettore Remo Morzetti Pellegrini, che ha sottolineato come i giovani «si trovano ad essere la parte più vulnerabile» della società e si sentono «abbandonati a se stessi. Credo che i giovani aspettino lumi da noi» ha aggiunto. Non si tratta del primo appello fatto a Bergamo per i giovani al Capo dello Stato, che nell’aula magna dell’università siede accanto al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina.

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/la-lectio-magistralis-di-philippe-daverio_1029138_44/

Martedì sera lo ha fatto anche il maestro Riccardo Muti, che, alla fine del concerto per i suoi primi cinquant’anni di carriera, in cui ha diretto i giovani dell’Orchestra Cherubini ha invitato a non lasciare che diventino «disoccupati» perché sono «una delle parti migliori del Paese».

«Da noi quattro laureati magistrali su cinque - ha rivendicato il rettore - trovano lavoro entro un anno». Poi parlando del ruolo dell’università ha aggiunto che «solo scegliendo di investire in cultura potremo aspettarci di migliorare tutti noi e sconfiggere l’oscurità e l’oscurantismo che oggi sono più di semplici metafore».

Le università hanno come obiettivo quello di «essere il fulcro di una società di tanti segmenti che non sono isole ma parte di una armonica collaborazione»: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha detto nel suo intervento fuori protocollo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Bergamo. Il presidente ha parlato a braccio riprendendo parte dei discorsi fatti dal rettore, da Philippe Daverio (che ha parlato nella sua prolusione di cultura europea) e del rappresentante degli studenti Andrea Saccogna. «L’ateneo - ha sottolineato il Capo dello Stato - deve offrire lumi di cultura», fare in modo, come aveva sottolineato Andrea, che «i giovani, gli studenti abbiano la possibilità attraverso lo studio di diventare cittadini liberi e consapevoli». Si tratta di una aspirazione «in linea con i valori della Costituzione». Tommaso Moro, Francis Bacon sono state fra le citazioni che ha fatto parlando della «cultura europea», che è una cultura «comune con le sue particolari differenze da Paese a Paese, come ci sono peculiarità da regione a regione, ma che ha una comunanza profonda. Questa cultura consente opportunità - ha detto ancora - La cultura è quella che qui si coltiva, si fa crescere, qui come in tutti gli atenei del nostro Paese. È una ricchezza particolare».

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