Il petrolio ora costa meno dell’acqua
Ma al distributore i ribassi sono lievi

Il prezzo del petrolio americano costa meno dell’acqua per l’emergenza coronavirus.

Il prezzo del petrolio americano, che lunedì 20 aprile, è diventato negativo per la prima volta nella sua storia a causa della saturazione delle scorte e del crollo della domanda legato alla crisi del coronavirus, è rimbalzato stamattina, martedì 21, in Asia tornando leggermente sopra lo zero.

Si tratta di una caduta mai vista dal 1983, quando sono iniziate le rilevazioni. Un tonfo che mostra come i tagli alla produzione decisi dall’Opec+ non sono adeguati perché non riescono a tenere il passo con il crollo della domanda.

Un barile di West Texas Intermediate (Wti) per le consegne di maggio viene commercializzato all’apertura dei mercati a 0,56 dollari, contro una chiusura lunedì sera a New York di -37,63 dollari, quando era crollato a un -305%. Ma in Italia si dice che un litro di carburante alle pompe potrebbe diminuire soltanto di venti centesimi, anche a causa delle tasse esorbitanti da gravano sul prezzo.

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