Il medico Burioni sul caso pertosse
«Vaccinarsi è fondamentale»

Il medico e divulgatore scientifico Roberto Burioni, interviene sul caso delle due bimbe morte di pertosse.

Roberto Burioni, medico, accademico e divulgatore scientifico italiano, è diventato molto famoso per i suoi interventi sui social media contro la disinformazione in materia di vaccini. Interviene sul suo profilo Facebook anche sul caso delle due bambine morte in Bergamasca di pertosse, facendo chiarezza su alcuni quesiti sulla malattia infettiva e l’importante della vaccinazione in gravidanza.

Alcuni vaccini, spiega Burioni, docente di virologia e microbiologia, specialista di immunologia clinica, proteggono per sempre, altri forniscono un’immunità limitata nel tempo. «Questo è il caso del vaccino contro la pertosse, dove addirittura la malattia stessa non fornisce una protezione permanente» sottolinea.

«Fino agli anni ’90 contro la pertosse abbiamo usato un vaccino estremamente efficace che era però gravato di alcuni effetti collaterali rari, ma non trascurabili – prosegue l’esperto –. Dopo quel momento siamo passati ad un vaccino detto “acellulare” che è sicurissimo, ma meno potente. Il vaccino acellulare (attualmente contenuto nell’esavalente) è efficace in quasi il 90% dei vaccinati, ma l’immunità tende a svanire con il tempo; quando questo accade si è comunque protetti dalla malattia in forma grave, ma si può ospitare il microrganismo nella propria gola ed essere una fonte di infezione per gli altri».

«A causa di questa minore efficacia del nuovo vaccino, e pure a causa delle mancate vaccinazioni, i casi di pertosse stanno aumentando - riporta Burioni nel post –. Il guaio è notevole in quanto la pertosse è pericolosissima per i bambini molto piccoli; inoltre, siccome l’immunità contro questa infezione è sempre molto debole, le madri non riescono a trasmettere ai loro figli una quantità adeguata di anticorpi durante la gravidanza: alla nascita i neonati saranno quindi estremamente vulnerabili. Possiamo però proteggerli ugualmente: prima di tutto dobbiamo vaccinare la madre in gravidanza, affinché abbia anticorpi da trasmettere; poi dobbiamo vaccinare i bambini tempestivamente e senza ritardi, in modo che quanto prima possano difendersi da soli da questa minaccia».

Importante creare, secondo l’esperto, una zona di sicurezza, vaccinando i fratelli e i parenti più stretti. Fondamentale poi la cosiddetta «immunità di gregge». «Naturalmente questa zona di sicurezza è vanificata se il bimbo frequenta un asilo nido dove gli altri bimbi non sono vaccinati - conclude Burioni –. Per questo è molto importante che tutti vengano vaccinati, in modo da non consentire la circolazione di questo pericoloso batterio».

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