
Cronaca / Bergamo Città
Domenica 12 Maggio 2019
Il freddo non aiuta gli apicoltori
Miele di acacia a rischio
«Quest’anno non sono ancora riuscito a produrre un chilo di miele».È l’amara affermazione che Matteo Locatelli, giovane frutticoltore e apicoltore di Sant’Omobono Imagna alle prese con le difficoltà causate dal maltempo al settore apistico orobico, 900 aziende in totale (il 90% sono hobbisti) e una produzione annua di 400 tonnellate.
«Il caldo anticipato di febbraio e marzo – spiega - ha determinato uno sviluppo precoce delle famiglie, con una buona crescita della popolazione all’interno degli alveari. A partire dal mese di aprile, in concomitanza con la prima fioritura che è quella del tarassaco, le piogge hanno rovinato il raccolto, quindi le api, già molto numerose, hanno lavorato male, e il poco nettare che sono riuscite a raccogliere lo hanno utilizzato per cibarsi e per sopravvivere. Pertanto la produzione di miele di tarassaco è andata completamente persa».
A causa del maltempo anche la produzione del miele millefiori ha subito una battuta d’arresto. E le prospettive sono tutt’altro che rosee. «A fine aprile è iniziata la fioritura dell’acacia – prosegue Locatelli – ma le temperature eccezionalmente basse hanno impedito alle api di lavorare correttamente. Restando confinate all’interno dell’alveare hanno consumato il poco miele che fino ad allora avevano immagazzinato. Nel frattempo pioggia e freddo hanno irrimediabilmente danneggiato i fiori di acacia e quindi anche la raccolta di questo tipo di miele, che rappresenta il 50% della produzione annuale, è iniziata molto male».
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Marco Robert
6 anni
Robinia, o pseudo-acacia, no Acacia. Sono della medesima famiglia ma con origini diverse. La nostra è la ROBINIA. In etichetta questa denominazione deve apparire,per non trarre in inganno.
filippo castagna
6 anni
Mio parere. Non si campa più di apicoltura
Graziano Rosponi
6 anni
Quando la Natura ci ricorda che dipendiamo da Lei in tutto e per tutto. Ma noi, sordi e ciechi, non l'ascoltiamo, infischiandocene finché sarà troppo tardi.
giovanni calzaferri
6 anni
Tardi per cosa?
Graziano Rosponi
6 anni
@Calzaferri: per rimediare agli immensi guasti che con la nostra protervia abbiamo inflitto al mondo. Un solo esempio: dia una occhiata a cosa c'è nei fiumi e nei mari. E qui non si tratta di conseguenze dovute al consumo dei fossili, ma solo e unicamente della strafottenza di tanti.