Il coronavirus spaventa anche il crimine
Reati giù di un terzo, pochi furti e rapine

Anche i criminali temono il coronavirus. Lo dicono i dati: nei primi quindici giorni di marzo i «delitti» - come si chiamano in gergo tutti i reati registrati dalle forze dell’ordine - a Bergamo e provincia sono scesi a un terzo rispetto alle stesse due settimane dell’anno scorso.

Le restrizioni alla circolazione previste dal governo per contrastare la diffusione del Covid-19 nella Bergamasca - che è la provincia più colpita dal virus - devono aver convinto anche i malviventi a stare in casa: forse nel timore anche loro stessi di contrarre il coronavirus o, più verosimilmente, nell’imbattersi in uno dei tanti posti di controllo organizzati in città e provincia da polizia di Stato, carabinieri e polizia locale, per verificare ai (fortunatamente) pochi bergamaschi che circolano in questi giorni in auto o a piedi la correttezza dell’autocertificazione compilata prima di uscire (o di fronte al poliziotto o carabiniere) per motivi di lavoro, salute o necessità (come la spesa).

I dati non lasciano dubbi: nei primi 15 giorni del 2019 a Bergamo e provincia si erano registrati 1.571 reati, denunciati a tutte le forze dell’ordine. Quest’anno, dal 1° al 15 marzo, i reati sono scesi a 483. Appunto a meno di un terzo rispetto a quelli dell’anno scorso. E si ipotizza che, col passare dei giorni e fino al 2 aprile prossimo, la data prevista dal decreto del governo come la conclusione, salvo proroghe, del periodo di «quarantena» nazionale, il dato andrà ancora diminuendo. Anche perché le restrizioni sono scattate in tutta Italia mercoledì scorso, 11 marzo, mentre in Lombardia erano già in vigore dalla precedente domenica 8 marzo. La prima vera settimana di restrizioni alla circolazione è stata dunque la seconda di marzo.

Considerando però anche la prima, in particolare i furti sono scesi da 654 a 200: nel dettaglio, i furti nelle abitazioni, sono diminuiti dai 100 dei primi quindici giorni di marzo 2019 ai soli 35 delle stesse due settimane di quest’anno. Del resto, con l’obbligo di stare a casa, le abitazioni dei bergamaschi sono occupate pressoché tutto il giorno, senza «finestre» per i ladri per agire, come accadeva soltanto fino a un mese fa in particolare negli orari tra il tardo pomeriggio e la cena.

Unico timore sembra essere rappresentato dai negozi lasciati chiusi e sguarniti, ma la presenza così evidente delle forze dell’ordine per le strade pressoché deserte funge più che mai da deterrente. L’unica tipologia di reato che si è «solo» dimezzata è quella legata allo spaccio di droga. Gli episodi denunciati sono però comunque pochi: 15 di quest’anno, contro i 30 delle prime due settimane di marzo 2019. Anche il fenomeno delle truffe ha registrato un calo consistente: sono scese da 112 a 31. Nei giorni scorsi erano stati denunciati nella Bergamasca alcuni tentativi di truffa ai danni di anziani da parte di fantomatici tecnici di Ats o medici che annunciavano visite in appartamenti per interventi di sanificazione. In realtà l’allarme è rapidamente rientrato e i truffatori, che così rapidamente avevano adattato le classiche truffe alla realtà del momento, altrettanto rapidamente hanno desistito.

Tornando ai dati, in calo anche le lesioni dolose, scese da 43 a 9. E anche le rapine sono passate da 17 a 3: in questo caso evidentemente conta molto la chiusura delle attività commerciali diverse dalle farmacie e dai negozi di alimentari. Unico settore che «regge» dal punto di vista dei reati è quello delle liti in famiglia: seppure anch’esse in diminuzione, registrano un calo minore rispetto agli altri reati. La convivenza «forzata» sfocia in alcuni casi in situazioni di violenza che necessitano l’intervento delle forze dell’ordine. Confrontando in questo caso il trend dei primi mesi del 2020, dal 1° al 15 gennaio le richieste intervento per liti familiari erano state 15 e, al termine del mese di gennaio, 25. Nella prima metà di febbraio i casi erano stati 17 e 30 a fine febbraio. Dal 1° al 15 marzo sono invece scese ad 11.

Nell’attesa che il coronavirus sparisca dalla Bergamasca, godiamoci perlomeno questa temporanea e involontaria conseguenza della picchiata dei reati. Ben consci che si tratta di una fase temporanea.

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