Il Comune mette le stufe nel mirino
Centralina per misurare l’inquinamento

Per la prima volta a Bergamo verrà misurato l’inquinamento generato da stufe, camini e fuochi all’aperto. Nella centralina di via Meucci verrà infatti rilevato un nuovo «marker», insieme alle altre sostanze che inquinano l’aria con le Pm10.

Si chiama levoglucosano, sostanza che segnala la combustione della biomassa, in particolare della legna. Verrà captato dalla centralina Arpa con l’avvio della stagione termica, una campagna attivata su esplicita richiesta dell’assessore all’Ambiente Leyla Ciagà ad Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia). A oggi, una rilevazione del genere è stata eseguita solo a Milano. Bergamo dunque è seconda in Lombardia.

Che la legna, se bruciata male, sia una delle principali fonti dell’inquinamento atmosferico, è un allarme lanciato già da qualche anno da Regione Lombardia. Nell’area critica, dove ricade anche la città di Bergamo, l’ente regionale vieta infatti l’accensione dei camini aperti e delle stufe inquinanti. Una misura resa più drastica lo scorso inverno quando, visti i valori alle stelle, il Comune è corso ai ripari imponendo il divieto assoluto per tutti i tipi di impianti, anche quelli più performanti.

Le nuove misure che verranno adottate per la prossima stagione termica (al via il 15 ottobre) saranno ufficializzate il 30 settembre, quando i sindaci coinvolti dal problema sigleranno (su base volontaria) un protocollo di emergenza. Intanto, l’assessore Ciagà dà «per certa una limitazione delle stufe, ma sarà differenziata in base alla tipologia».La logica dovrebbe essere quella seguita per le auto, dall’Euro 0 all’Euro 6.

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