Il comitato attacca il centrodestra
«La nuova rotta tutela i cittadini»

L’Associazione «Colognola per il suo futuro» replica alla presa di posizione del centrodestra di Palafrizzoni che mercoledì si è schierato contro la nuova rotta di decollo degli aerei.

L’opposizione sostiene che danneggerebbe 4 mila cittadini in più di quella attuale. «È stato omesso un dato di fondamentale importanza – spiega l’associazione -: la normativa comunitaria e nazionale impone di “minimizzare il numero delle persone esposte al rumore superiore ai 60 decibel”; livelli inferiori a tali limite, non sono soggetti a particolari tutele. È grave che dei partiti politici assumano posizioni in contrasto con il dettato della legge, anziché invocarne il rispetto. Il fatto che la revisione preveda migliaia di persone in meno comprese nella fascia 60-65 decibel (quasi esclusivamente residenti a Colognola), non può essere considerato ininfluente, bensì l’applicazione fedele della normativa in vigore e l’unico modo per suddividere i disagi, affinché siano sopportabili per tutti.

La proposta del Sindaco di Bergamo appare quindi:

- in linea sia con la posizione assunta all’unanimità dal Consiglio comunale di Bergamo nel luglio 2013 (“ nessun quartiere cittadino può essere incluso negli intorni aeroportuali, con livelli superiori a 60 decibel”), sia con gli impegni presi da tutti i candidati alla carica di sindaco, prima delle ultime elezioni;

-volta a tutelare tutti i cittadini e non solo una parte, come richiede il ruolo di Sindaco, in qualità di garante della salute pubblica;

- rispettosa del dettato di legge: D.lgs 194/2005, che ha recepito la Direttiva 49/2002 CE.

Auspichiamo pertanto che l’attuazione di nuove rotte ponga fine ad una situazione “illegittima e discriminatoria”; in caso contrario si potrebbe configurare l’omissione di atti d’ufficio.

Anche la nostra Associazione ravvisa la necessità di porre un limite allo sviluppo dello scalo di Orio, ma lo stop ai voli non può essere usato come alibi per impedire di mitigare i gravi danni subiti da chi quotidianamente è costretto a sopportare livelli di rumorosità superiori alla soglia critica dei 60 decibel, in netto contrasto con quanto la legge impone».

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