Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 19 Settembre 2019
Il cigno incastrato a Sarnico
Il video del recupero e salvataggio
È rimasto incastrato fra le paratoie della diga di Sarnico per quattro giorni. Vagava nelle acque della vasca di contenimento stordito, rassegnato nel non riuscire a spiccare il volo. E c’è voluta una task force di oltre dieci uomini per liberarlo.
L’inquilino inatteso alla traversa fluviale di Fosio è un inconsapevole cigno: planato lì dove il Sebino diventa fiume, da domenica non è più riuscito a volare fino a casa, fra le acque del lago. Parecchi i cittadini che ne hanno documentato, con foto e video, i disperati tentativi di liberarsi: il cigno apriva le ali, tentava di spiccare il volo ma – dopo qualche metro – era di nuovo lì, in quel canale diventato trappola. E riportarlo nel lago è stato tutt’altro che semplice. Ci sono voluti quasi due giorni. Calarsi in acqua non era possibile – troppo pericoloso – zeppo com’è di mulinelli quell’invaso della diga. Gli uomini della Protezione civile di Sarnico hanno quindi provato a lanciare delle reti, ma nulla da fare: il cigno non ne voleva sapere di farsi prendere. E anche i vigili del fuoco arrivati da Palazzolo inizialmente non hanno potuto fare alcunché. Tutto questo mentre, sui social, i cittadini lanciavano l’allarme, corredato da foto e video dell’uccello in trappola.
«Serviva un documento firmato da un veterinario dell’Ats – spiega il sindaco Giorgio Bertazzoli – per fare in modo che i pompieri potessero entrare in acqua. O si certificava che il cigno era in pericolo di vita, o nulla. Così ieri ho chiamato il veterinario, che è arrivato a stretto giro, e col certificato in mano abbiamo preteso che i vigili del fuoco intervenissero. Sono arrivate due squadre: una da Palazzolo, una da Bergamo». I pompieri – assistiti da un esercito di uomini: polizia locale, protezione civile, volontari, un veterinario e Bertazzoli in prima fila – nel tardo pomeriggio di ieri sono quindi scesi nel canale a bordo di un gommone e hanno steso sul cigno una lunga rete: una volta “incastrato”, l’uccello è stato spinto verso un retino e portato a terra. Giusto per qualche istante, prima di essere liberato nelle acque di Fosio. Stordito e stremato, il cigno è tornato nel «suo» lago.
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