Il Capo della Polizia chiama Bergamo
«Stiamo uniti, siete il nostro orgoglio»

«Volevo ascoltarvi: da parte mia c’è un’assoluta vicinanza a ciò che state vivendo: siete alla frontiera. I numeri impressionanti che ci arrivano lasciano poco alle parole e alle considerazioni». Lo ha detto il Capo della Polizia Gabrielli che ha telefonato a Bergamo: «Voi siete nel problema, in una delle parti del Paese più esposta. Voi state combattendo, immagino la fatica, la paura, le preoccupazioni».

Una telefonata di vicinanza e di grande conforto quella che li 19 marzo ha fatto il Capo della Polizia Franco Gabrielli rivolgendosi alle donne e agli uomini della Polizia di Stato della provincia di Bergamo.

Nei saluti, il Questore Maurizio Auriemma ha tratteggiato la situazione in cui si trova il personale della Polizia di Stato che, seppur con alcuni operatori in malattia, sta assicurando con grande impegno e puntualità il proprio servizio garantendo la piena operatività dei servizi di controllo sul territorio dedicati al rispetto, da parte dei cittadini, delle disposizioni tese a contrastare la diffusione del contagio. Ha inoltre evidenziato i drammatici numeri in termini di contagiati, ricoverati e purtroppo deceduti che, in questo momento, fanno di Bergamo e provincia l’aerea più colpita.

Una rappresentanza degli Operatori delle Volanti, della Polizia Stradale, della Polizia Ferroviaria e della Polizia di Frontiera è stata salutata direttamente dal Capo della Polizia che ha ringraziato per il quotidiano e duro servizio svolto in questi giorni a favore dei cittadini. Gabrielli ha inoltre salutato i medici della Polizia di Stato e gli operatori del Commissariato di Treviglio collegati anch’essi dai loro uffici.

Erano collegati in video conferenza anche le Sale Operative della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato, consentendo agli operatori e alle autopattuglie di ascoltare direttamente la voce del Capo della Polizia.

Franco Gabrielli ha evidenziato il ruolo degli operatori della Polizia di Stato in una città che rappresenta una frontiera nel contrasto alla diffusione del contagio. Il Capo della Polizia ha sottolineato la grande esposizione al rischio, la fatica, anche la paura che viene ogni giorno superata dall’impegno e abnegazione di ogni operatore.

«Bergamo è la città con cui ho voluto iniziare per far sentire la mia vicinanza al personale che sta portando avanti una dura battaglia in tutto il Paese: attraverso di voi voglio essere vicino ai cittadini» ha detto Gabrielli che ha richiamato l’importanza delle misure di autotutela e protezione del personale che deve essere capace di proteggersi per aiutare la collettività.

«Volevo ascoltarvi: da parte mia c’è un’assoluta vicinanza a ciò che state vivendo: siete alla frontiera. I numeri impressionanti che ci arrivano lasciano poco alle parole e alle considerazioni» ha detto Gabrielli che ha telefonato a Bergamo: «Voi siete nel problema, in una delle parti del Paese più esposta. Voi state combattendo, immagino la fatica, la paura, le preoccupazioni». E aggiunge: «Siamo vicini ai cittadini, ma dobbiamo stare anche attenti a come la nostra gente si comporta, perchè siano rispettate le regole».

Un pensiero affettuoso è andato ai medici e al personale sanitario in prima linea in questa città e nelle altre città maggiormente colpite. Il Capo della Polizia ha assicurato il suo affetto e tutto l’impegno del Dipartimento della Pubblica Sicurezza a sostegno delle donne e uomini della Polizia di Stato impegnati direttamente sul territorio con alta esposizione al rischio e al pericolo concreto di contagio. «Convinti che riusciremo a farcela perché siamo una grande famiglia e un grande paese. Stiamo uniti, il comportamento che state tenendo è per noi motivo di orgoglio» ha detto nella telefonata, ribadendo che «vinceremo questa guerra solo restando uniti, evitando biechi egoismi o la ricerca di rendite di posizioni di basso profilo che possono portarci solo alla sconfitta».

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