Il Bergamo Festival
sull’amore materno

Continuano gli appuntamenti promossi da «Bergamo Festival - Fare la pace». L’edizione di quest’anno, che durerà fino al 19 maggio, ha come tema chiave «In nome del popolo sovrano. Inquietudini, sogni e realtà».

Questi anni di insistente crisi economica hanno portato alla luce profonde mutazioni nel tessuto sociale della vita collettiva. Si è in particolare resa manifesta l’ampiezza di uno scollamento che separa sempre di più le masse popolari dalla cultura delle cosiddette élite, il senso comune dai saperi specialistici, i ceti medi dalle rappresentanze istituzionali. Il campo del confronto politico ha visto così emergere e trionfare un po’ ovunque forze di governo che si presentano come dirette rivendicazioni delle ragioni popolari. Il popolo sembra essere andato al potere. Ovunque nel mondo il consenso pubblico va a forze politiche di aperte posizioni sovraniste e di chiari orientamenti protezionistici. Gli umori sociali in cui tutto questo si rende possibile sono quelli che congiungono malcontento a utopia, problemi reali e risposte immaginarie, effettivi limiti di sistema a irrealistiche prospettive di cambiamento.

Appuntamento questa sera con Andràs Forgàs con l’incontro dal titolo «Amore materno e tradimento». Ecco il tema centrale della serata: l’amore materno. Che cosa c’è di più indissolubile del legame tra madre e figlio, un patto interiore di fiducia e amore.

Ma cosa accade quando è la madre a tradire il figlio? È quello che si chiede András Forgách, scrittore e drammaturgo ungherese, a proposito di sua madre nel libro “Gli atti di mia madre” (Neri Pozza). Una domanda che si potrebbe allargare nel rapporto tra vecchie e nuove generazioni. Gli atti di mia madre è la storia di una giovane donna israeliana cresciuta in una famiglia permeata di ineffabili ideali politici e travolta dall’amore per un agente segreto dell’Ungheria comunista. Quando l’informatore del regime di Kádár è costretto a uscire dal gioco che lo ha consegnato alle tenebre della depressione, la donna decide di sostituirlo, tenacemente convinta della giustezza della causa da servire. A condurre il filo della narrazione è il figlio scrittore che, a 62 anni, viene convocato presso l’Archivio storico dei Servizi per la sicurezza di Stato e scopre con sgomento la vera identità dei suoi genitori. Una volta scoperto tutto questo Forgách, si annota che «tutto sarà sospetto, specialmente la bellezza, tutto sarà triviale: la liberalità, la generosità, l’abnegazione. Tutto avrà validità solo rispetto ad altro e non se ne potrà parlare».

Appuntamento al Centro Congressi Giovanni XXIII, in viale Papa Giovanni XXIII 106, a Bergamo. Orario di inizio: 20.45. Per info: www.bergamofestival.it

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