Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 30 Novembre 2016
«I valori territoriali forza nazionale»
A «L’Eco» il saluto del Presidente
Ha visitato la redazione, soffermandosi nello storico ufficio di mons. Spada e, in sala riunioni, ammirando alcuni cimeli storici del nostro giornale. Poi il saluto del direttore Alberto Ceresoli e il discorso ai giornalisti.
Il presidente Mattarella si è soffermato con i giornalisti de L’Eco di Bergamo: «I valori di questo quotidiano sono nitidi e intensi, tratti forti che a livello locale hanno un ruolo nazionale» ha detto il Capo dello Stato. L’informazione come valore sociale: «La territorialità così supera i confini nazionali e questo ha grande importanza - ha detto Mattarella -. Il radicamento del territorio è indispensabile per la forza nazionale, espressione autentica della società, contributo forte per il nostro Paese».
Ha anche aggiunto: «Una testata come questa, ma anche le altre che sono diffuse in tutto il nostro Paese, sono garanzia per la libertà di stampa e la libera informazione - ha detto Sergio Mattarella -. Il nostro Paese ha una quantità di fonti d’informazione, in un panorama arricchito anche da quelle più moderne: però le testate cosiddette locali sono espressione indispensabile del nostro tessuto sociale nazionale. Sono molto preziose. Non soltanto per il numero dei lettori, che è molto grande. Il radicamento del territorio e l’espressione autentica delle società che le esprimono sono un altro contributo al rafforzamento del nostro Paese nel cercare di farlo diventare sempre di più una comunità. Il nostro Paese ha bisogno di diventare sempre più una comunità che si avverte come tale».
Il presidente Mattarella ha incontrato il presidente della Sesaab Lucio Cassia, l’ad Massimo Cincera e il Consiglio di amministrazione del Gruppo Sesaab. Dopo il discorso del direttore Alberto Ceresoli, Mattarella ha parlato ai giornalisti per qualche minuto.
Il Presidente #Mattarella visita la sede della redazione de "L'Eco di #Bergamo " pic.twitter.com/tfFtVIMHar
— Quirinale Uff Stampa (@Quirinale) 30 novembre 2016
In regalo al Capo dello Stato una copia storica del primo numero del nostro giornale, alcune pubblicazioni della casa editrice Sesaab tra cui una sullo storico direttore Andrea Spada e il recente libro sulle storie di immigrazione nella Bergamasca «Il mondo in casa», scritto dai colleghi Andrea Valesini ed Elena Catalfamo, oltre a una camicia tessuta nella Bergamasca, la storica “camicia rossa” garibaldina di Gandino.
In sala riunioni Mattarella ha ammirato le copie originali di alcune lettere del direttore Spada e di Nicolò Rezzara. come quella di Rezzara a don Giovanni Bosco e da Spada all’allora cardinale Angelo Roncalli. «È stato un piacere incontrarvi - ha detto il Capo dello Stato -, grazie per il contributo che L’eco dà alla comunità nazionale».
«Il volontariato, la disponibilità, la concreta e seria capacità di solidarietà dei bergamaschi sono significativi. Il nostro Paese ha bisogno di sentirsi sempre più una comunità e vi ringrazio per il contributo che date» ha continuato Mattarella che ha ascoltato un intervento del direttore Alberto Ceresoli: «Nel corso della propria storia, Bergamo e i bergamaschi sono sempre stati in prima fila laddove c’era bisogno di aiuto, per un terremoto, piuttosto che per i disastri di una guerra o di una carestia. Grazie alla solidarietà sincera di semplici cittadini, L’Eco di Bergamo si è fatto promotore di sottoscrizioni che in poche settimane sono sempre riuscite a raccogliere centinaia di milioni di vecchie lire. Ricordo tra le tante quella per il terremoto in Friuli, in Irpinia o anche in Armenia. Tutti luoghi dove un ”villaggio Bergamo” è ancora oggi un gruppo di case che accoglie chi non aveva più nulla» ha detto il direttore.
«E lo stesso possiamo dire oggi - ha aggiunto il direttore de L’Eco - per quanto accaduto ad Amatrice: anche in questo caso la solidarietà della nostra terra, ne sono sicuro, farà la differenza. E lo stesso ancora possiamo dire per i quasi 1.500 migranti accolti oggi sul nostro territorio e che fanno di Bergamo la prima provincia d’Italia per l’accoglienza».
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