Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 29 Novembre 2018
I dinosauri finiscono in procura
Indagine sull’appalto della mostra
I pm hanno aperto un fascicolo per l’affidamento diretto. Ghisalberti: «Dispiaciuti ma tranquilli»
I dinosauri finiscono in Procura. Sulla mostra che li vede protagonisti, organizzata dal Comune di Bergamo per festeggiare i primi 100 anni del museo di scienze naturali «Caffi», è stato aperto un fascicolo nei confronti di ignoti per una presunta turbativa d’asta. In dubbio le modalità di affidamento da parte dell’amministrazione comunale alla società specializzata Geomodel. Un incarico di tipo diretto, senza passare da una gara di evidenza pubblica, per una partita di circa 300 mila euro.
Su questo indagherà la Procura, per verificare la correttezza del modus operandi degli uffici di piazza Matteotti. La questione è squisitamente tecnica, l’assessore alla Cultura Nadia Ghisalberti si dice «dispiaciuta dell’accaduto. Questo non aiuta i cittadini ad avere fiducia nelle istituzioni». A Palafrizzoni c’è una certa tranquillità sugli sviluppi della faccenda, tanto che lo stesso assessore Ghisalberti si sbilancia: «Spesso succede che la Procura apra questi fascicoli – dice -. Da parte nostra non c’è preoccupazione».
Dalla casa comunale si spera nella chiusura del fascicolo, l’iter seguito per portare i dinosauri in piazza Cittadella sarebbe stato corretto: «Il Comune deve aprire una gara se sul territorio italiano esistono più soggetti che possono offrire lo stesso servizio – spiega l’assessore alla Cultura -. Ma a giudizio dello stesso direttore del museo Marco Valle e dell’ex direttore del museo settore paleontologia, ora in pensione, Anna Paganoni, l’unico soggetto italiano in grado di lavorare con scientificità al progetto, era la società Geo model. Non si è trattato soltanto di una mostra con riproduzioni spettacolari, l’evento ha richiesto un lungo studio sui reperti custoditi al museo, sui quali sono stati fatti allestimenti ad hoc, c’è stato un confronto tra i paleontologi del museo e della stessa società».
La mostra «Noi abbiamo cento anni, loro molto di più» ha raccolto numeri da record, oltre 83 mila i visitatori. A cui si aggiungono i migliaia di scatti finiti sui social, protagonisti i dinosauri plasticamente rappresentati nei luoghi simbolo della città, un viaggio nella preistoria da piazzale Marconi a piazza Cittadella. Voci di corridoio sussurrano che la segnalazione alla Procura sia arrivata direttamente dalla scrivania di qualche dipendente comunale. Sull’opportunità da parte dell’amministrazione di seguire la via, più breve, dell’affidamento diretto, sembra sia nata una diatriba tutta interna agli uffici tecnici. L’assessore alla Cultura non entra nel merito dei retroscena, ma ripete a più riprese di essere «dispiaciuta dell’accaduto, anche perché la mostra ha avuto un grande successo di pubblico». Tanto da generare un «profitto» (tecnicamente, «maggiori entrate») per il Comune di Bergamo. Che, con la cultura, questa volta, ha spinto l’economia: «Abbiamo approvato una variazione di bilancio di 80 mila euro – dice orgogliosa l’assessore Ghisalberti -. A grande richiesta la mostra è stata anche prorogata, c’è stato un record di flussi di presenze. Non solo abbiamo coperto i costi, cosa non affatto scontata, ma i numeri sono stati pazzeschi».
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