Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 03 Gennaio 2019
Immigrazione, Gori sul decreto Salvini
«Produce irregolarità e insicurezza»
Il sindaco di Bergamo prende posizione sul tema del provvedimento licenziato dal Governo negli scorsi giorni e contro cui il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha annunciato «disobbedienza civile», guidando la protesta di altri sindaci di tutt’Italia. La replica del parlamentare leghista Daniele Belotti.
Ecco il comunicato diffuso dal Comune di Bergamo che spiega la posizione del primo cittadino orobico sulla questione che sta facendo discutere i sindaci di tutt’Italia.
«Lo ripetiamo da mesi: la legge 113/2018 - nata dal Decreto Salvini su immigrazione e sicurezza - anziché mettere ordine nella gestione interna del fenomeno migratorio, produce irregolarità e insicurezza»: così il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori commenta nuovamente il decreto Sicurezza varato nelle scorse settimane dal Governo. «Aldilà dell’articolo 13, sospetto di incostituzionalità, su cui il sindaco di Palermo Orlando ha annunciato la “disobbedienza” della sua amministrazione, - prosegue Gori - la questione di gran lunga più grave è la cancellazione (con poche marginali eccezioni) del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che si traduce in un forte aumento dei dinieghi e del numero di stranieri che - ben lungi dall’essere rimpatriati - resteranno sul territorio da irregolari, condannati a vivere di espedienti. Tutto questo porterà ad una crescita dei reati e dell’insicurezza nelle città, esattamente l’opposto di quanto Salvini dichiara di voler perseguire. Per contro, solo l’integrazione basata sul lavoro e sul rispetto delle regole può garantire un’esistenza dignitosa agli immigrati e maggiore sicurezza ai nostri concittadini. Condivido pertanto la richiesta di convocazione urgente di un incontro tra Ministero dell’Interno e sindaci per affrontare i problemi che questa legge è destinata a creare sui territori. E auspico - conclude il Sindaco di Bergamo - un rapido pronunciamento della Corte costituzionale sui diversi profili di possibile incostituzionalità della legge, a partire dall’art.13, da più parte denunciati».
Non si è fatta attendere la replica dell’onorevole orobico del Carroccio Daniele Belotti:«Gori conferma di voler dare precedenza ai clandestini. Invece di sostenere il blocco degli sbarchi, continua a insistere sull’accoglienza, facendo così felici coloro che vogliono ancora riempirsi le tasche ospitando i profughi. Gori e il Pd vogliono regalare i permessi di soggiorno a chi raccoglie qualche sacco di foglie e pittura un paio di panchine; questo sì che è un modo per aumentare gli arrivi e creare insicurezza: se non c’è lavoro l’unica soluzione è il rimpatrio accompagnato e lo stop ai barconi. Del resto Gori e il Pd sulla sicurezza (e non solo) hanno una credibilità pari a zero».
© RIPRODUZIONE RISERVATA