Gori: ecco il mio piano anti bazar in città
I commercianti: attenzione ai ricorsi

L’idea di fondo è condivisa: tutelare il patrimonio culturale di Città Alta con nuove regole al commercio. Un passo inevitabile per mettere un freno al proliferare di attività commerciali destinate ai turisti «mordi e fuggi».

Il confronto è aperto tra amministrazione comunale e commercianti, al lavoro per raggiungere una soluzione di compromesso. Da una parte il sindaco Giorgio Gori e Roberto Amaddeo (consigliere con delega a Città Alta) che hanno illustrato una bozza di regolamento, dall’altra Oscar Fusini e Roberto Ghidotti (direttore di Ascom e presidente del Distretto urbano del commercio), Giacomo Salvi e Filippo Caselli (direttore e vicedirettore di Confesercenti) e gli esperti Luca Zanderighi e Luca Tamini, autori di studi sui centri storici italiani.

Le aree da sottoporre a tutela sono Città Alta e i borghi storici, ma è sulla Corsarola che si gioca la partita. «L’ambito di azione è quello indicato dal decreto Franceschini – ha spiegato Gori –. Abbiamo ipotizzato alcuni dispositivi e mi pare di poter dire che siamo allineati su obiettivi condivisi. Dobbiamo tutelare l’integrità del luogo che è sempre più turistico ma è anche residenziale. È necessario mettere dei paletti per correggere una tendenza del mercato che in Città Alta sposta l’asse del tessuto commerciale sul turismo».

Cosa dicono icommercianti? Sul concetto di fondo tutti d’accordo. Il problema è però evitare eccessivi paletti e trovare una soluzione che non si scontri con l’effettiva praticabilità del provvedimento. Il timore è che troppi vincoli, in assenza di riferimenti normativi, finiscano per favorire una pioggia di ricorsi. Come accaduto a Firenze, dove il regolamento è stato rivisto più volte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA