Cronaca / Bergamo Città
Martedì 28 Aprile 2020
Gli ultimi 2 mesi di gravidanza con Covid
«Alice è nata sana, vorrei abbracciarla»
Dopo quasi due mesi di gravidanza con il Covid, di cui uno trascorso ricoverata all’ospedale di Bergamo, pochi giorni fa Maria ha dato alla luce una bimba. La piccola Alice sta bene, è negativa al tampone ed è in stanza con lei, ma in rigoroso isolamento.
Dopo quasi due mesi di gravidanza con la Covid, di cui uno trascorso ricoverata all’ospedale di Bergamo, 6 giorni fa Maria ha dato alla luce una bimba. Che sta bene, ed ora è in stanza con lei. «La paura di farle del male - racconta all’Ansa - mi ha sempre accompagnata. In quel momento, però, non potevo fare altro che affidarmi ai medici e alle ostetriche, che mi dicevano: andrà tutto bene. Può sembrare banale, ma in alcuni momenti è la sola cosa che vorresti sentirti dire».
Giovanissima mamma, originaria di Osio Sotto, in provincia di Bergamo, uno dei territori più duramente colpiti dall’epidemia di coronavirus, Maria ha iniziato ad avere la tosse a fine febbraio. «Dopo qualche giorno, è iniziato il fiatone, ma ero alla fine dell’ottavo mese di gravidanza, quindi lo attribuivo al peso del pancione e alla stanchezza di star dietro a mio figlio di un anno e mezzo. Stando praticamente sempre a casa, e senza aver mai avuto contatti con persone malate di Covid, non pensavo proprio si trattasse di questo. Il mio medico mi ha prescritto sciroppo e aerosol, quindi antibiotico, ma non passava. Sempre la stessa tosse secca, giorno e notte, senza catarro».
Poi è cominciata la tachicardia e la difficoltà a respirare è aumentata. Dopo un mese di medicine senza alcun effetto, il 29 marzo la decisione. «Vado in ospedale, questa tosse non mi convince». All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dopo esami del sangue e un tampone positivo, la tac e l’inizio della terapia. Con il peso di una polmonite bilaterale a termine di gravidanza, Maria ha iniziato così un lungo ricovero, che dura ancora oggi, a distanza di un mese. Tanto quanto è passato dall’ultima volta che ha visto suo figlio, rimasto a casa in isolamento preventivo con il papà.
«La paura è tanta, soprattutto quando aspetti una bimba e ne hai già un altro così piccolo. Temi per te stessa, ma soprattutto per loro. Giornate lunghissime, trascorse in isolamento, con i pensieri e la tosse come unica compagnia», ricorda Maria.
Dopo 3 settimane di ricovero, e alla 37esima di gravidanza, i medici hanno potuto avviare il travaglio. «Dodici ore, in gran parte sola. Ma con la fortuna di avere mio marito accanto nel momento della nascita della piccola». Il 22 aprile, è nata Alice, che è negativa al Covid e sta bene.
«Siamo ancora entrambe ricoverate, la tosse è ancora forte, così come i dolori alle costole, ho fatto alcuni giorni con ossigeno. Ora va meglio. ma i tamponi ancora no: a uno negativo, infatti, ne è seguito uno positivo. Alice è in camera con me, ma non posso coccolarla, baciarla e stringerla come vorrei. Ne avrei bisogno, e ne avrebbe bisogno anche lei, ma sto riuscendo ad allattarla, con mascherina, guanti e molta cautela. E questo è già una cosa straordinaria».
Il papà non la vede dal giorno della nascita, mentre il fratellino e i nonni l’hanno vista finora solo in foto. E i regali sono stati ordinati via web. «Abbiamo fatto fatica a trovare i vestitini, perché nel periodo in cui dovevamo prepararli i negozi erano già tutti chiusi. Fortunatamente - conclude la 26enne - è stato possibile ordinare tutine, body e calzini online. Rigorosamente rosa!».
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