Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 19 Settembre 2016
Giubileo dei migranti: «Creiamo la pace»
Intreccio di popoli nel cuore di Bergamo
Giallo, rosso, verde e blu. Quattro colori, quattro zone del mondo che sono state simbolicamente rappresentate da quattro lunghi teli colorati che hanno attraversato domenica 18 settembre il centro della città per il Giubileo dei migranti.
In centinaia, originari di tante diverse parti del mondo, hanno partecipato alla giornata speciale dedicata alla misericordia, promossa dalla diocesi sotto il titolo «Costruire ponti, attraversare porte, intrecciare futuro». Nel pomeriggio, in quattro luoghi particolarmente significativi per la città, si sono ritrovate le persone e le famiglie di origine geografica comune. Al quadriportico del Sentierone gli africani e la comunità Ruah per una testimonianza da parte di alcuni richiedenti asilo; all’oratorio San Giorgio la comunità filippina e tamil e il racconto della realtà della Fabbrica dei Sogni e del Cvx; all’Istituto Palazzolo l’incontro dei migranti europei e la testimonianza di una donna ucraina; al centro San Lazzaro la comunità latino-americana con un’ospite di particolare rilievo, l’onorevole Elena Carnevali che ha affrontato il tema del costruire ponti. «Dobbiamo anzitutto educare i nostri figli - ha detto - alla pacificazione vera, al rispetto e alla tolleranza».
Piazza Pontida ha raccolto i quattro cortei. I teli, prima posati a terra uno accanto all’altro e poi intrecciati fra di loro, hanno unito e mescolato le tante etnie e i piccoli pezzi di mondo presenti in città. E poi braccia alzate a coppie, per costruire ponti e quindi tutti uno dietro l’altro per attraversare queste porte simboliche ed incontrarsi. La festa in strada ha condotto fino alla basilica di Sant’Alessandro in Colonna per la celebrazione del Giubileo dei migranti. «Questo Giubileo speciale - ha sottolineato il vescovo - raccoglie tutte le comunità presenti nella nostra terra e tutti siamo testimoni dell’opera di misericordia dell’accoglienza. Non c’è nessuno che non possa compiere un gesto di accoglienza: un riconoscimento, un saluto, un sorriso, una parola. Creiamo attraverso i nostri gesti un clima di pace e di misericordia».
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