Finto consulente della procura da Bossetti
La nota del Ministero: nessun colloquio

Un incontro per una proposta di collaborazione da un finto consulente della Procura. È successo nel carcere di Bollate a Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per il delitto di Yara Gambirasio e trasferito nel Bresciano da diversi mesi.

Nelle scorse settimane il muratore di Mapello, durante l’ora dedicata ai colloqui con l’esterno, ha incontrato un uomo che si è presentato come «Cesare Marini consulente informatico della procura di Brescia». Nome e ruolo sono esatti, ma da Bossetti non si è però presentato Marini, quel giorno impegnato nel Bresciano in una perquisizione domiciliare.

Il falso Marini avrebbe proposto a Bossetti una nuova linea difensiva con possibili sviluppi sul fronte del Dna. Il vero Cesare Marini, come riporta Il Giornale di Brescia, ha sporto denuncia ai carabinieri ed è stata aperta un’inchiesta per indagare sull’uomo che si è spacciato per un rappresentante della procura.

Sulla vicenda arriva però una nota del Ministero della Giustizia: «Nessun incontro, nessun colloquio, fra il detenuto Massimo Bossetti e una persona che, a detta dello stesso detenuto, si sarebbe qualificata come perito informatico del Tribunale di Brescia. A seguito di opportune verifiche e accurati controlli effettuati all’interno della Casa di Reclusione di Bollate nel periodo in cui si sarebbe svolta la vicenda, risulta priva di fondamento la notizia di un colloquio ripresa i da alcuni organi di stampa».

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