Fiera, gli indagati minacciavano esposto
per spaventare il Cda di Promoberg

Le intercettazioni del direttore e del segretario generale: «È la nostra arma». Proseguono le indagini sui falsi rimborsi.

La denuncia in Procura, nel «Trono di Spade» che si stava prefigurando in vista dell’assemblea del Cda del 30 maggio, a un certo punto diventa persino uno spauracchio a disposizione - e qui sta il paradosso - dei due che poi finiranno colpiti dai provvedimenti della magistratura: il direttore tecnico di Promoberg Stefano Cristini e il segretario generale Luigi Trigona, il primo agli arresti domiciliari, il secondo destinatario della misura interdittiva della sospensione dalla carica per un anno. In un dialogo intercettato dai militari delle Fiamme gialle Trigona dice a Cristini: «Ma quando hai detto al presidente Rodeschini (Ivan, uno dei 7 indagati, ndr) della Procura, era solo...». Cristini lo interrompe: «Calma, prudenti. Hanno tutti paura di quello... perché dopo è ovvio che la nostra arma è quella, minacciare sempre di più».

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