Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 20 Febbraio 2019
Fatturazione elettronica
Code ai distributori di benzina
La novità introdotta dal Governo sta provocando disagi ai clienti ma anche ai gestori degli impianti.
Anche i benzinai di Bergamo si schierano apertamente contro la fatturazione elettronica, lamentando disagi economici e pratici. Renato Mora, presidente del gruppo Gestori carburanti di Ascom Bergamo, non usa mezzi termini: «La fatturazione elettronica ci è arrivata come un colpo tra capo e collo e da subito abbiamo riscontrato grosse problematiche. In primis per una questione pratica: arrivano da noi clienti che pretendono di fare rifornimento, pagare e ricevere la fattura nel più breve tempo possibile.
A oggi non siamo più in grado di fornire loro un servizio celere a causa della nuova norma che rallenta i tempi e causa spesso lunghe file nelle ore di punta». Infatti, se fino al 31 dicembre i benzinai si limitavano a mettere un timbro sulla scheda carburante ai clienti che ne facevano richiesta, oggi sono obbligati a rilasciare una fattura. Onere che incide non poco anche per quanto riguarda i guadagni di ogni singola azienda: «A oggi il mio impianto ha emesso circa 700 documenti di fatturazione – ha proseguito Mora -.
Ogni fattura che emetto ha un costo di 10 centesimi. Non solo: con l’entrata in vigore della nuova normativa, il pagamento del carburante per chi ha la partita Iva deve essere tracciato e dunque deve avvenire con carta di credito o bancomat. Questo per noi vuol dire un ulteriore costo per le commissioni bancarie». «Io ho un impianto a metano – prosegue Mora -, arriva il piccolo imprenditore che ha il furgoncino e fa il pieno di circa 13 euro. Di questi, l’utile che rimane nelle nostre casse equivale a circa 60 centesimi ai quali vanno detratti il costo della fattura, la commissione bancaria, il tempo e le risorse elettroniche necessarie. In buona sostanza non abbiamo nessun guadagno». La scorsa settimana diversi quotidiani avevano rilanciato la notizia di alcuni benzinai che, per far fronte ai costi aggiuntivi hanno applicato una illegittima «sovrattassa» ai clienti che facevano richiesta di fatturazione. Non a Bergamo, precisa Mora: «Noi non lo facciamo. Ribadiamo però le nostre ragioni: da parte della categoria c’è in atto un sacrificio che grava solo sulle nostre spalle».
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