«Eventi e sport a porte chiuse 30 giorni»
Nuove regole,distanza e anziani a casa

Il decimo giorno dell’era del coronavirus in Italia fa segnare due record: il maggior numero di vittime in un giorno dall’inizio della diffusione del virus, 27, il 52% in più rispetto a lunedì per un totale di 79, e il primo neonato ricoverato, in Lombardia, un piccolo di pochi giorni che «non è intubato - spiega il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro - era già in un percorso di assistenza post nascita e ha una evoluzione clinica che viene considerata normale».

Il dato forse più importante che emerge dal bollettino quotidiano della Protezione Civile è un altro: l’andamento dei numeri non consente ancora di valutare con certezza l’impatto del virus nel nostro paese e cioè se, in sostanza, le misure adottate siano sufficienti a fermare il contagio o se, al contrario, il numero dei malati continuerà a crescere. In ogni caso il Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Conte ha predisposto nuove regole, valide per 30 giorni e da applicare in tutta Italia, che potrebbero integrare il Dpcm del primo marzo.

Una delle misure è di evitare manifestazioni, anche quelle sportive, che comportino l’affollamento di persone. C’è poi l’invito, a coloro che hanno oltre 75 anni e a chi ne ha più di 65 ed è ammalato, a non frequentare luoghi affollati. Evitare tutti, quando possibile, abbracci e strette di mano, e mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone.

I numeri del contagio sono chiari: a mercoledì i guariti sono 160 mentre i malati sono 2.263, 428 in più rispetto a lunedì, pari ad un incremento del 23%. Un aumento che è minore rispetto al picco del 50% registrato domenica 1° marzo ma superiore al 16% fatto segnare lunedì. Significa che la curva di crescita non si è ancora assestata. Così come non è costante il numero delle vittime: oggi ha fatto segnare un +52% rispetto a lunedì, ieri era arrivato ad un più 53% ma domenica si era fermato a +17% e sabato a +38%. L’unico dato che fa essere leggermente ottimisti i tecnici è che l’88% dei malati è in tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Il che sta a significare che altri grossi «cluster» rispetto a quelli individuati al momento non ce ne sono. Che si tratti dunque di una situazione ancora tutta da decifrare, lo conferma anche il commissario Angelo Borrelli: «Nessuno di noi può avere certezza di quella che sarà l’evoluzione successiva» del virus, «questa settimana sarà importante per vedere come andrà il contagio».

Secondo il fisico teorico Paolo Castorina, della sezione di Catania dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, la buona notizia è che «non c’è una crescita fuori controllo» e, anzi, si cominciano a evidenziare i risultati positivi delle misure di contenimento adottate finora. In ogni caso, spiega Borrelli, «siamo pronti a rivedere i piani sulla base degli scenari che andremo a incontrare. Se andare verso una maggiore o minore severità. Tutto dipende dall’evoluzione dei dati». Sono già state ordinate altre 500mila mascherine (ma ne servono “milioni”), sono pronti 6.600 posti letto in 2.200 camere messe a disposizione dalla Difesa, sul territorio ci sono oltre mille volontari che possono raddoppiare se necessario.

La prima delle nuove misure che si sta valutando nel caso la situazione evolvesse verso il peggio, però, è un allargamento della zona rossa, a partire dalla provincia di Bergamo, una delle aree più colpite dal contagio negli ultimi giorni. Lo ha confermato il presidente dell’Iss Brusaferro. «Stiamo valutando l’opportunità di estendere la zona rossa sulla base di alcuni criteri epidemiologici, geografici e di fattibilità della misura. Stiamo analizzando con grande attenzione con la Lombardia i nuovi casi nei comuni della cintura bergamasca per vedere i dati d’incidenza e i tassi di riproduzione del virus».

Ma oltre al contenimento del contagio, sono fondamentali i comportamenti dei cittadini. Ed è per questo, appunto, che il comitato tecnico scientifico sta lavorando ad una rimodulazione delle regole comportamentali che ogni singolo deve adottare. «Il punto importante - dice ancora Brusaferro - sono i comportamenti e la consapevolezza di ciascuno. Noi non dobbiamo dare false sicurezze ma dire a tutti di essere attenti ad adottare le raccomandazioni» indicate. «Dobbiamo lavorare per tutto il paese - ribadisce il presidente dell’Iss - muovendoci dentro delle regole e degli stili di vita attenti che interrompano quelle che sono le vie di trasmissione classiche».

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