Eventi all’aperto, è scattato il giro di vite
«Ma è difficile rispettare tutte le norme»

Anche a Bergamo è scattato il giro di vite sugli eventi. Le novità sono state introdotte nel segno della «safety», ma dietro all’inglesismo si celano norme quasi impossibili da rispettare.

Merito, o colpa, della circolare «Gabrielli» che il capo della Polizia, su mandato del ministero dell’Interno, ha inviato a tutte le prefetture dopo il caos di piazza San Carlo a Torino dove, durante la finale di Champions league dello scorso 3 giugno, rimasero ferite 1.527 persone. Al grido di «meglio prevenire che curare» il ministero ha scritto quattro pagine fitte con tutte le nuove norme studiate per garantire la sicurezza durante gli eventi.

Qualche esempio? Una valutazione anticipata del «massimo affollamento sostenibile», il regolamento e il monitoraggio degli accessi mediante «sistemi di rilevazione numerica progressiva ai varchi», segnali acustici e visivi in caso di emergenza, un’esatta indicazione delle vie di fuga, l’ordinanza che vieta di servire bevande in contenitori di vetro. E soprattutto la necessità di avere «un adeguato numero di operatori appositamente formati». Ovviamente con costi a carico dell’organizzazione e quindi dei Comuni.

http://www.ecodibergamo.it/videos/video/sicurezza-a-rischio-anche-le-feste-di-piazza_1032760_44/

La prevenzione è un principio sacrosanto, ma in questo caso inapplicabile, almeno stando alle reazioni degli amministratori che a loro volta hanno ricevuto le prescrizioni da tutte le Prefetture. Anche a Bergamo da circa un mese gli eventi sono stati «blindati» e solo grazie a una pronta reazione degli uffici comunali è stato garantito il regolare svolgimento delle manifestazioni estive.

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