Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 10 Agosto 2016
Entra in vigore la legge anti sprechi
Ecco cosa cambia per le donazioni
A giorni scatta la legge antisprechi. Cosa cambia per le donazioni. Fusini (Ascom): «Ora servono educazione e buone prassi».
Donare le eccedenze per negozi di alimentari, panifici, ristoranti, farmacie e negozi di abbigliamento diventa più facile e chi non spreca verrà premiato. Entrerà in vigore tra pochi giorni la legge per la donazione dei prodotti alimentari e farmaceutici e la limitazione degli sprechi, approvata dal Parlamento in via definitiva il 2 agosto scorso. L’obiettivo è ridurre i rifiuti alimentari e arrivare a recuperare un milione di tonnellate di rifiuti all’anno.
La nuova legge ridisegna l’intero meccanismo della donazione e la rende più facile, aumenta i possibili destinatari e semplifica la procedura amministrativa e fiscale per gli enti pubblici e privati che, senza scopo di lucro, decidono di regalare alimenti, farmaci e altri prodotti a chi è indigente. Con l’entrata in vigore del nuovo provvedimento i prodotti che vengono scartati per motivi diversi dalla sicurezza (o dall’efficacia nel caso dei medicinali), potranno essere donati a enti pubblici e privati purché questi li destinino, in via prioritaria, a favore di persone indigenti e non li rimettano in commercio. Non solo le onlus, quindi, ma anche gli enti pubblici, potranno ricevere donazioni.
I prodotti alimentari con la dicitura «da consumarsi preferibilmente entro» potranno essere usati anche dopo la scadenza. Quindi, il pane invenduto entro le 24 ore dalla produzione, essendo ancora buono, potrà essere donato; allo stesso modo i clienti potranno portare a casa gli avanzi con una family bag, i prodotti agricoli che rimarranno nei campi potranno essere regalati.
Il provvedimento, arriva a soli sei mesi di distanza rispetto a un’analoga legge francese, ma a differenza della norma francese, quella italiana si regge sulla logica degli incentivi e non sulle contravvenzioni. Insomma, chi non spreca verrà premiato. Viene istituito infatti un fondo specifico di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018 destinato a progetti innovativi contro lo spreco, come ad esempio packaging antispreco e family bag. Inoltre viene data la possibilità ai Comuni di incentivare chi dona agli indigenti con uno sconto sulla tassa dei rifiuti (Tari).
Le procedure per donare diverranno inoltre più semplici. Se ora un’impresa, un ristorante, o un supermercato per donare le proprie eccedenze alimentari devono fare una dichiarazione preventiva cinque giorni prima della donazione. A breve basterà invece una dichiarazione consuntiva a fine mese. Al supermercato sarà sufficiente presentare il documento di trasporto, al panettiere gli scontrini.
«È una buona legge che ha tenuto conto delle istanze avanzate da Confcommercio imprese per l’Italia e dai piccoli e va a normare un tema di forte attualità, oggi ancora soggetto a troppe interpretazione e nella logica della semplificazione soprattutto delle Pmi – dice il direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini -. L’aiuto ai più deboli è una priorità per tutti. Anche nella nostra comunità che resta ricca ma con un evidente crescita della povertà. Con l’entrata in vigore del nuovo ordinamento ci auguriamo verranno superate le molte difficoltà organizzative e amministrative che rendevano effettivamente difficile l’applicazione della legge regionale del “buon samaritano” e che avevano di fatto limitato il numero dei donanti a poche insegne della Gdo. Come associazione non possiamo chiamarci fuori da questa partita. Abbiamo contribuito con audizioni, proposte e relazioni alla stesura di una buona legge. Ora però occorre presidiare il campo perché alla legge seguano la semplificazione fiscale effettiva per chi dona e i comuni riconoscano effettivi sgravi della Tari per i donanti, così come stabilito dalla legge. Dobbiamo inoltre offrire il nostro contributo per informare e sensibilizzare, educare al consumo e al gusto come aspetti qualitativi della relazione e del servizio al cliente, favorire la diffusione di buone prassi, percorsi in rete e progetti di responsabilità sociale».
Il tema era già stato affrontato a Bergamo all’indomani dell’approvazione del disegno di legge da parte della Camera in un convegno organizzato in Università dall’onorevole bergamasca Elena Carnevali, con la presenza del Ministro Maurizio Martina e della relatrice della legge l’onorevole varesina Chiara Gadda. «Esiste ancora qualche mito da sfatare, ossia che dallo spreco qualcuno guadagni, magari i produttori o i commercianti – spiega Fusini -. Bisogna inoltre comprendere che donare non significa ridurre il proprio mercato e quindi le vendite. Questa legge, grazie anche al nostro contributo, impedisce che quanto donato possa essere di nuovo messo in commercio, i destinatari non rappresentano il target dei clienti dei negozi. Lo spreco esiste ed è ancora molto, nel commercio ma soprattutto nella ristorazione dove la gente abbandona spesso porzioni intere di piatti che potrebbero essere consumati in un altro momento e nelle mense. Lo spreco è imposto da un sistema di vastità di assortimenti dove il commerciante non può limitarsi ad una o poche referenze per accontentare i clienti. Da una ricerca che avevamo compiuto sugli associati prima del convegno di marzo era emerso che nei piccoli esercizi c’è minore spreco ma anche poche donazioni. In realtà sono soprattutto le piccole botteghe dei centri storici dei nostri Comuni a svolgere un ruolo di aiuto e di protezione sociale, spesso in collaborazione con sindaci, assessori e assistenti sociali. In molti casi le loro donazioni avvengono in modo invisibile, per ragioni fiscali, per evitare eccessive richieste e per l’immagine verso i clienti, che spesso storcono il naso a dover pagare quanto altri ricevono gratuitamente. Anche sul fronte della lotta allo spreco, le iniziative promosse dai commercianti sono tante, dallo spacchettamento e il porzionamento magari vietato per legge ma utile per favorire il consumo, alla promozione sotto scadenza, il consumo familiare e personale, la donazione di fidelizzazione e il riutilizzo e riciclo fino al compostaggio. C’è comunque ancora molto spazio per migliorare».
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