Emergenza smog, passa il giro di vite
I dati 2015: in città 80 giorni di mal d’aria

Il Tavolo di coordinamento per l’inquinamento atmosferico ha raggiunto l’intesa sul protocollo di emergenza anti smog che verrà applicato automaticamente in caso di superamento dei livelli di polveri sottili: ecco le misure. Quello che si è appena chiuso è stato un anno nero sul fronte dello smog, i dati del rapporto nazionale di Legambiente «Mal’aria di città»: Bergamo è al 16° posto, ha sforato i limiti per 80 giorni.

A Bergamo il Tavolo di coordinamento per l’inquinamento atmosferico ha condiviso un protocollo di emergenza anti smog che verrà applicato automaticamente in caso di superamento dei livelli di polveri sottili (Pm10). Rispetto alla bozza iniziale, il documento riduce il numero dei livelli di emergenza a 2. Il primo scatterà al settimo giorno consecutivo di superamento delle soglie consentite e il secondo livello al ventesimo giorno. Il superamento dei livelli Pm10 verrà calcolato sui dati rilevati da 5 centraline sulle 7 presenti nell’agglomerato di Bergamo.

LE MISURE
In caso di emergenza 1
, scatteranno misure come la riduzione della temperatura degli edifici da 20 a 19 gradi, l’obbligo chiusura porte, il divieto di utilizzo di fuochi d’artificio e di accensione di fuochi all’aperto, lo stop alla legna/pellet per il riscaldamento e la corsa gratuita sugli autobus per i genitori che accompagnano a scuola i figli under 11. In caso di emergenza 2 ci sarà la convocazione entro il sedicesimo giorno del tavolo di coordinamento dei sindaci Fascia 1 e Fascia 2 di Bergamo che prenderanno le decisioni del caso, in particolare per quanto riguarda le misure di regolamentazione del traffico. Qui il testo completo del protocollo.

La situazione della qualità dell’aria a Bergamo è ben rappresentata anche dalle due fotografie che trovate in questo articolo. Le ha scattate nei giorni scorsi la nostra lettrice Virginia Colombo da Ponteranica alta: visibile negli scatti il velo di smog sulla pianura a nord-ovest di Bergamo.

IL REPORT DI LEGAMBIENTE
Per Legambiente, che ha presentato il 29 gennaio il suo rapporto «Mal’aria di città 2016»
, non basta appellarsi all’assenza di vento e pioggia per intere settimane, bisogna agire perché l’aria diventa sempre più irrespirabile a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili, dell’ozono e del biossido di azoto che causano, tra l’altro, danni alla salute dei cittadini e all’ambiente circostante.

Nel 2015 delle 90 città monitorate da Legambiente nella campagna «Pm10 ti tengo d’occhio», ben 48 (il 53%) hanno superato la soglia dei 35 giorni consentiti per legge di concentrazioni oltre i 50 microgrammi per metro cubo. La situazione più critica si è registrata a Frosinone, dove i giorni di superamento sono stati 115. Seguono Pavia con 114 giorni, Vicenza 110, Milano 101 e Torino 99. A Bergamo (centralina di via Garibaldi) i giorni di sforamento sono stati 80, una cifra che relega la nostra città al 16° posto in classifica. E in Lombardia ha superato il limite ammesso del Pm10 l’84% delle centraline urbane (tutte quelle urbane di Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia, Como e Monza).

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