Effetto pandemia sui bus: nel 2021 -14 milioni di introiti

Trasporti Giù i passeggeri, mentre i chilometri aumentavano. Quest’anno l’inflazione costerà almeno 800mila euro. Si va verso un aumento delle tariffe da settembre.

Il confronto con il 2019, e dunque con il pre-pandemia, è impietoso. Introiti da biglietti e abbonamenti scesi da 36,6 a 22,6 milioni di euro: un calo di 14 milioni netti, il 38% in meno. Mentre i servizi offerti, e dunque i chilometri percorsi, aumentavano: nell’extraurbano addirittura dell’8,4%, passando dai 14,7 milioni di chilometri del 2019, ai 16 dell’anno scorso. E in generale nel 2021, includendo anche il bacino urbano, la crescita delle percorrenze annue offerte dal trasporto pubblico locale bergamasco è stata del 5,9% sul 2019 (il 2020, con le chiusure legate ai lockdown, fa storia a sè), con punte mensili, in alcuni periodi, del +15%.

Un aumento necessario per garantire il rispetto delle regole anti-Covid (cambiate più volte nel corso dell’anno, anche in base all’andamento dei contagi) e la sicurezza dei passeggeri, ma che ovviamente produce ricadute economiche. Come «ristoro» dei mancati introiti 2020 sono arrivati circa 16,1 milioni di euro, ma ora il nodo è capire quanto verrà messo sul piatto per il 2021 e 2022. «Poi bisognerà guardare all’intero triennio e fare una valutazione – dice il direttore dell’Agenzia del trasporto pubblico locale, Emilio Grassi –. A oggi sono aperti gli interrogativi sulla sostenibilità del sistema. È un problema che riguarda tutta Italia».

L’attesa per le risorse

Intanto si naviga un po’ a vista: «Prima ci siamo occupati di garantire i servizi necessari, che tuttora proseguono, ora però dobbiamo preoccuparci anche di coprire i costi», riassume Grassi. Anche perché, sebbene segnali di una risalita dell’utenza ci siano, l’andamento è lento. «Anche il 2022 sarà caratterizzato da squilibri fra domanda e offerta, con le conseguenze economiche sul settore già viste», si legge nella relazione stilata dall’Agenzia sull’andamento dell’esercizio 2021.

Per capire meglio il quadro e valutare eventuali modifiche al servizio, si attendono certezze sui finanziamenti da Stato e Regione. «Per fine marzo ci dovrebbe essere una delibera da Milano che assegna delle risorse, speriamo poi di avere notizie il prima possibile dal Ministero – dice Grassi –. Se dobbiamo fare interventi per la sostenibilità dei conti, è necessario saperlo per tempo: prima si interviene, più lo si può fare in modo graduale».Intanto, anche se non potrà essere l’unica soluzione, pare praticamente certo che con l’estate scatteranno degli aumenti tariffari: «L’inflazione sta viaggiando oltre il 3%,è facile prevedere che porterà a un aumento del costo dei contratti con le aziende di almeno 800-900mila euro», spiega il direttore dell’Agenzia. Che rimanda a giugno i ragionamenti sui numeri, ma ricorda che l’aggiornamento delle tariffe «era previsto già lo scorso anno, poi si è deciso rinviare, vista la situazione».

Biglietti e abbonamenti

Sulle modalità di introduzione degli aumenti, presumibilmente da settembre, l’auspicio è che siano possibili dei cambiamenti rispetto alle norme attuali: «Abbiamo chiesto alla Regione di rivedere il regolamento, che dice tra l’altro che l’aumento deve essere uguale per tutti i titoli di viaggio». L’obiettivo sarebbe invece di poter articolare i ritocchi in modo diversificato, per esempio spostando i rincari più sui biglietti e salvaguardando almeno in parte gli abbonamenti.

E i costi energetici? Da contratto sono a carico delle aziende. «Ma è evidente che in un settore che si presenta con il 38% in meno di ricavi, e in più con spese fuori budget per l’aumento dei costi, diventa difficile anche per gli operatori garantire la sostenibilità», aggiunge Grassi.

Le prossime sfide

Le prossime settimane saranno dunque decisive per capire il quadro delle risorse. In un sistema che già prima della pandemia avrebbe avuto bisogno, «per fornire un servizio davvero completo, di cinque milioni di euro l’anno in più», osserva il direttore dell’Agenzia.

Una cifra che ora rischia di essere superata dagli eventi: «A quelle esigenze si stanno aggiungendo molti altri fattori. Se l’inflazione si manterrà sui valori attuali, tra quest’anno è il prossimo rischia di “mangiarsi” una fetta di servizio, c’è il rincaro dei carburanti, e nuovi servizi e infrastrutture, necessari allo sviluppo, che stanno venendo avanti e che richiederanno contributi aggiuntivi».

Il riferimento è in particolare alla tranvia T2 e al Brt Bergamo-Dalmine. Sfide aperte per un sistema che esce da 2 anni di prove durissime, e che nel contempo deve porsi nuovi obiettivi, in primis quello - non certo facile - lanciato dal Pnrr: spostare almeno il 10% del traffico di auto private sul trasporto pubblico.

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