Edilizia, dal 2008 lavoratori dimezzati
I sindacati: «In Bergamasca -51,5%»

Il numero delle aziende ha registrato un -46,8%. Nel 2018 le ore di lavoro denunciate sono state il 55,5% in meno di quelle denunciate nel 2008. Venerdì 15 marzo l’intero settore in sciopero, Cgil-Cisl e Uil in piazza a Roma

Bergamo

Non accadeva dal 1992 di proclamare uno sciopero dell’intero settore delle costruzioni, dall’edilizia alla lavorazione del legno, al mondo dell’arredo fino al cemento, dai lapidei al settore dei laterizi: i lavoratori di questi comparti saranno tutti insieme in piazza a Roma venerdì 15 marzo nel giorno dello sciopero di otto ore proclamato da Filca -Cisl, Fillea-Cgil e Feneal-Uil. Con la mobilitazione chiederanno «lavoro e sviluppo, nella consapevolezza che se non ripartono i cantieri non ripartirà il Paese e una politica industriale in grado di rilanciare l’intera filiera».

I sindacati hanno forniti dati sul numero dei lavoratori del settore in Bergamasca, con le cifre delle Casse edili e degli altri comparti, e il quadro è tutt’altro che roseo. Nel settore dell’edilizia (solo uno di quelli che compongono la filiera delle costruzioni) dal 2008 a oggi il calo degli addetti è stato pari al 51,56%, mentre il numero delle aziende ha registrato un -46,8%. Nel 2018 le ore di lavoro denunciate sono state il 55,5% in meno di quelle denunciate nel 2008 (dai fornito da Cassa edile ed Edilcassa).

Cgil, Cisl e Uil chiedono dunque chiedono «un Tavolo di crisi del settore, da istituire a Palazzo Chigi; nuovo piano di investimenti per riavviare le opere; completamento delle opere incompiute; revisione mirata del Codice appalti; sistemi di qualificazione delle imprese, rafforzamento del Durc (Il documento unico di regolarità contributiva )con la congruità; qualificazione delle stazioni appaltanti; contrasto al dumping contrattuale; istituzione di un Tavolo interministeriale per il lavoro nel settore dei materiali da costruzione; nuovi incentivi sulla formazione; rafforzamento degli incentivi per ristrutturazioni, antisismico, risparmio energetico, bonus mobili; misure per favorire la ricerca tecnologica nei settori cemento, legno, lapideo, laterizio; interventi per incentivare l’utilizzo delle pietre e dei materiali locali; misure per le politiche abitative; messa in sicurezza del territorio, contro i rischi sismici e idrogeologici; misure per il recupero, le ristrutturazioni, la riqualificazione urbana; messa in sicurezza degli edifici pubblici; fondo nazionale di garanzia creditizia per la competitività delle imprese; interventi sul sistema bancario per sostenere le imprese che operano per la pubblica amministrazione (riducendo i tempi lunghi di pagamento)».

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