È l’ora di J&J, in arrivo da martedì. Tutti gli over 80 vaccinati ad aprile

Arriva in Italia il vaccino di Johnson & Johnson: tra martedì e mercoledì sono attese nell’hub della Difesa a Pratica di Mare circa 184mila dosi.

È la prima tranche delle 400-500mila che la casa farmaceutica americana si è impegnata a consegnare entro la fine del mese e che si andranno ad aggiungere a quelle in distribuzione da parte di Pfizer, Moderna e Astrazeneca per centrare il primo obiettivo fissato dal governo con il nuovo piano annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi: concludere la vaccinazione degli over 80 entro aprile.

La settimana prossima l’Italia dovrebbe poter contare dunque su almeno un milione e mezzo di dosi: oltre un milione da Pfizer, 175mila da Astrazeneca, che ha ridotto del 50% la consegna promettendo però un recupero nelle successive del 16 e del 23 aprile, circa 300mila di Moderna e, appunto, le 184mila di Jonhson & Johnson. Considerando che nei frigoriferi ci sono ancora 3 milioni di dosi (la metà delle quali del siero dell’azienda anglo-svedese) e ipotizzando una «riserva» di circa un milione di dosi, le Regioni avranno a disposizione circa 3,5 milioni di dosi in una settimana, sufficienti per raggiungere l’obiettivo delle 500mila somministrazioni al giorno indicato dall’esecutivo proprio per la settimana dal 14 al 20 aprile. Ci si riuscirà? Probabilmente no visto che la diffidenza verso Astrazeneca fa fatica a scemare, soprattutto al Sud dove ci sono regioni come la Calabria e la Puglia che hanno rinunce attorno al 30% mentre in Sicilia la percentuale arriverebbe addirittura al 80%. L’indicazione del governo è comunque chiara: non si può scegliere il vaccino e dunque chi rifiuta o non si presenta dopo essersi prenotato, va in coda alla fila.

Un aiuto alla campagna potrebbe però arrivare dal via libera dell’Aifa a ritardare l’inoculazione della seconda dose di Pfizer e Moderna: «l’intervallo ottimale» è rispettivamente di 21 e 28 giorni, dice l’Agenzia rispondendo ad una precisa richiesta del Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo.

Ma, «qualora si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose», si può arrivare a 42 giorni. Un rinvio che serve a vaccinare quante più persone possibili almeno con una dose. «C’è ancora molto da fare, lo sforzo è di vaccinare il più possibile» dice il direttore generale Nicola Magrini. E va proprio in questa direzione l’ordinanza firmata da Figliuolo: al primo posto nell’ordine delle priorità ci sono gli over 80. Con il richiamo è stato immunizzato il 38,79% dei 4.593.574 totali mentre il 68,20% ha ricevuto la prima dose. In una settimana ne sono stati vaccinati 500mila e dunque bisogna accelerare se si vuole arrivare a chiudere la platea entro aprile. Assieme agli ottantenni vanno protette anche le persone con elevata fragilità, familiari conviventi e i caregiver mentre subito dopo ci sono gli italiani che hanno tra i 70 e i 79 anni e quelli nella fascia 60-69 per i quali, va utilizzato «prevalentemente» il vaccino di Astrazeneca. Ed è proprio nella fascia tra i 70 e i 79 anni che le cose vanno male: con entrambe le dosi sono vaccinate solo 150.057 persone su 6.057.568, il 2,48% mentre la prima dose è stata somministrata invece a 1.205.150 soggetti, il 19,89% del totale.

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