Draghi, ecco i 23 ministri del governo
Tanti politici, ma i posti chiave ai tecnici

Ventitré ministri, 15 gli uomini e 8 le donne. Franco all’Economia, la svolta green affidata a Cingolani. Il giuramento e poi il primo Consiglio.

Nasce il governo Draghi. Molti i politici, tante le conferme. Ma ai tecnici vanno tutti i ministeri chiave. La nuova squadra di ministri, che registra anche un terzo di donne, è formata e dà spazio a tutti i partiti dell’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo, con figure di fiducia del premier in dicasteri chiave. Il premier sale al Colle alle 19 di venerdì 12 febbraio e dopo quaranta minuti di colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, scioglie la riserva, poi esce dallo studio del capo dello Stato e legge i 23 nomi. Asciutto nello stile, non aggiunge alcun commento davanti alle telecamere. Solo lasciando il Quirinale si lascia andare per un attimo: «In bocca al lupo», risponde ai fotografi che lo attendono.

Nessuna trattativa estenuante con le forze politiche: la composizione dell’esecutivo è una partita che l’ex numero uno della Bce ha giocato solo affidandosi ai consigli del Colle, come Costituzione vuole. Ciò non toglie che ci sia voluto ugualmente un complesso lavoro di cesello per trovare i giusti equilibri. Ora manca il giuramento, in agenda oggi (sabato 13 febbraio) alle 12, e poi si terrà il primo Consiglio dei ministri. A metà settimana (da mercoledì al Senato) toccherà infine alle Camere votare la fiducia e a quel punto inizierà la corsa contro il tempo. L’emergenza sanitaria, economica e sociale – lo ha detto Draghi accettando l’incarico il 3 febbraio – sono le priorità: i temi si intrecciano e molto passerà per il Recovery plan. Che sarà rivisto e reso operativo lavorando fianco a fianco con il sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli ma soprattutto con il nuovo ministro dell’Economia e il ministro per la Transizione energetica, che fonderà i temi ambientali e alcune competenze in materia energetica: e qui i nomi scelti, quello di Daniele Franco e Roberto Cingolani, sono fuori dal perimetro dei partiti.

Il M5S viene dunque solo parzialmente accontentato: il contenitore chiesto da Beppe Grillo c’è ma alla guida non va un esponente del Movimento. «Lo abbiamo fortemente voluto», rivendica Luigi Di Maio (che viene confermato alla Farnesina) perché «questo è il governo della transizione ecologica». Parla invece di una presa in giro Barbara Lezzi, tra le voci critiche dei 5S: «Il super ministero non c’è. Non abbiamo votato per questo».

Finisce sempre nelle mani di un tecnica il ministero della Giustizia, tema particolarmente divisivo per i partiti che compongono la maggioranza: a guidare Via Arenula sarà l’ex presidente della Corte costituzionale, Marta Cartabia. All’innovazione tecnologica e digitale va invece Vittorio Colao.

Molti altri ministeri vengono suddivisi fra i partiti. I 5S vedono rappresentate quasi tutte le proprie anime; il Pd anche, con l’entrata di Andrea Orlando che guiderà il Lavoro. I dem non portano donne però al governo.

A incassare un ministero di peso come lo Sviluppo economico è la Lega: va a Giancarlo Giorgetti, mentre l’ex vice ministro all’Economia Massimo Garavaglia prende la guida del Turismo, che diventa un dicastero a sé. Ma i leghisti ottengono pure la nascita del ministero della Disabilità. «Imprese, turismo, disabili. Lega da subito al lavoro pancia a terra per aiutare e rilanciare il cuore dell’Italia», twitta per primo Matteo Salvini.

A Forza Italia vanno tre dicasteri ma tutti senza portafoglio: Renato Brunetta alla Pubblica amministrazione, Maria Stella Gelmini agli Affari regionali e Mara Carfagna al Sud. Tutti e tre sono stati al governo con Berlusconi. Draghi sceglie invece la continuità per un ministero fondamentale nella gestione dell’emergenza Covid, quello della Sanità: a guidarlo sarà ancora Roberto Speranza di Leu. Per Italia viva torna al governo, dopo le dimissioni che hanno innescato la crisi del Conte bis, Elena Bonetti, che si occuperà sempre di Famiglia.

Ecco la lista:

Ministra della Giustizia
Marta Cartabia
, già presidente della Corte Costituzionale.

Ministro del Lavoro
Andrea Orlando
, vicesegretario del Pd

Ministra dell’Interno
Luciana Lamorgese
, confermata. Era già ministro nel governo Conte bis

Ministro della Salute
Roberto Speranza, riconfermato (Articolo Uno)

Ministro della Pubblica amministrazione
Renato Brunetta (Forza Italia)

Ministro degli Esteri
Luigi Di Maio (M5S)

Ministro della Difesa
Lorenzo Guerini (Pd)

Ministro dell’Economia e Finanze
Daniele Franco (tecnico)

Ministro dell’Istruzione
Patrizio Bianchi (tecnico)

Ministra dell’Università
Cristina Messa
(tecnico)

Ministro della Cultura
Dario Franceschini
, già ministro della Cultura nel governo Conte bis (Pd)

Ministro dei rapporti con il Parlamento
Federico D’Incà (M5S)

Ministro dell’Innovazione tecnologica e transizione digitale
Vittorio Colao (tecnico)

Ministra degli Affari generali e Autonomie
Mariastella Gelmini (Forza Italia)

Ministra al Sud e Coesione Territoriale
Mara Carfagna (Forza Italia)

Ministra alle politiche giovanili
Fabiana Dadone (M5S)

Ministra alle Pari opportunità e alla famiglia
Elena Bonetti (Italia Viva)

Ministra alla Disabilità
Erika Stefani (Lega Nord)

Ministro del Turismo
Massimo Garavaglia
(Lega Nord)

Ministero dello sviluppo Economico
Giancarlo Giorgetti (Lega Nord)

Ministero dell’Agricoltura
Vittorio Patuanelli (M5S)

Ministero della Transizione ecologica
Roberto Cingolani (tecnico)

Ministero ai Trasporti
Enrico Giovannini (tecnico)

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