Domus, il pm acquisisce le carte
Si indaga per abuso d’ufficio

Inchiesta a carico di ignoti su autorizzazioni e gestione dello spazio gastronomico-culturale di Piazza Dante a Bergamo. Gori:«Sarà appurata la regolarità».

Non c’è pace di questi tempi in zona Quadriportico. Dopo l'allarme sicurezza ecco altri guai, stavolta di natura giudiziaria. Al centro della vicenda c’è la Domus, struttura collocata a titolo temporaneo in piazza Dante in occasione di Expo, come punto di degustazione di prodotti a km zero e spazio eventi, poi donata al Comune dall’associazione culturale Signum, che l’ha realizzata e tuttora ne ha in capo la gestione. Si è appreso che il sostituto procuratore Giancarlo Mancusi ha aperto un fascicolo – per il momento a carico di ignoti – con le ipotesi di reato di abuso d’ufficio, abuso edilizio e violazione delle normative in materia paesaggistica (piazza Dante è infatti sottoposta a vincolo paesaggistico). L’obiettivo: verificare la regolarità delle autorizzazioni e della gestione dello spazio gastronomico-culturale.

La vicenda è emersa perché poche settimane fa – alla fine del mese di ottobre – gli uomini della polizia giudiziaria, su disposizione del magistrato, si sono presentati in Comune e nella sede dell’associazione per notificare un ordine di esibizione di documentazione. «Non so bene quali accertamenti stia svolgendo la Procura – commenta il sindaco Giorgio Gori – ma da parte del Comune c’è sempre stata e c’è massima collaborazione con gli inquirenti. Confido che venga appurata la regolarità dell’operato degli uffici». L’esistenza di un’inchiesta sulla Domus pare sia nota da tempo in Comune (c’erano già state acquisizioni documentali nel mese di febbraio) e dalle parti di Palafrizzoni sembra non esserci apprensione, in particolare sull’aspetto delle autorizzazioni paesaggistiche, che risulterebbero fornite agli inquirenti. Si dice sereno anche Raoul Tiraboschi, presidente di Signum ( e socio di «Alta qualità»): «Certo, c’è un po’ di sorpresa, ma anche massima collaborazione e fiducia. Siamo tranquilli sulla regolarità della convenzione con il Comune, così come sul lavoro degli architetti, che hanno curato il progetto, e sulle autorizzazioni, che ci sono tutte, compresa quella della Sovrintendenza».

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