Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 01 Marzo 2021
Finanziamenti Covid senza averne diritto
Sequestri per 895 mila euro a un’azienda
La Guardia di Finanza di Bergamo ha eseguito un decreto di sequestro firmato dal gip nei confronti di un’azienda per illecita percezione di finanziamenti garantiti dallo Stato. L’accusa: la società era stata destinataria di tre interdittive antimafia, provvedimenti che escludono la possibilità di ottenere aiuti statali. Cinque le richieste di finanziamento, due andate a buon fine con erogazione di 1 milione e 150 mila euro, garantiti per 895 mila euro dalla copertura pubblica. Denunciato il legale rappresentante.
I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro nei confronti di un’azienda di Azzano San Paolo accusata di illecita percezione di finanziamenti garantiti dallo Stato. Il provvedimento, a firma del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bergamo, Maria Luisa Mazzola, su richiesta del sostituto procuratore Silvia Marchina, è stato emesso all’esito di indagini avviate dalle Fiamme Gialle nel gennaio scorso. L’attenzione investigativa dei Finanzieri della Compagnia di Bergamo si è concentrata su una società di Azzano San Paolo, destinataria di una Segnalazione per Operazioni Sospette, che ha avanzato diverse richieste di finanziamenti assistiti dal Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese e per il sostegno dell’economia a causa dell’emergenza Covid-19.
L’azienda, secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, ha presentato a due istituti di credito, tra gennaio 2019 e settembre 2020, cinque richieste di finanziamenti per un ammontare complessivo pari a 6 milioni e 700mila euro. Di queste, tre sono risultate inizialmente concesse e successivamente revocate a seguito dell’istruttoria della banca interessata. Due, invece, sono state accolte con erogazione di 1 milione e 150 mila euro, rispettivamente a marzo e settembre 2020. I Finanzieri hanno scoperto che il legale rappresentante dell’azienda, nel presentare la documentazione a corredo dell’istanza, ha omesso di indicare che la società era stata destinataria di tre interdittive antimafia emesse dal Prefetto di Bergamo nel giugno 2019 e nell’ottobre 2020. Si tratta di provvedimenti previsti dalla legge che escludono la possibilità di ottenere aiuti dallo Stato. Attestando il falso, rileva la Finanza, l’azienda ha potuto indebitamente ottenere oltre 1 milione di euro, garantito per 895 mila euro dalla copertura pubblica.
I militari della Compagnia di Bergamo hanno denunciato all’autorità giudiziaria il legale rappresentante della società, un trentenne nato e residente a Bergamo, accusato del reato tentato e consumato di indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato. Il pubblico ministero titolare delle indagini, inoltre, ha richiesto ed ottenuto dal gip il sequestro di beni e disponibilità per un valore pari a 895 mila euro, ossia il profitto del reato. Le Fiamme Gialle hanno così sottoposto a sequestro le disponibilità finanziarie rinvenute sino ad ora sui conti correnti della società e dell’indagato, pari a 500 mila euro e un immobile del valore di 160 mila euro. «L’attività di servizio – sottolinea la Guardia di Finanza – condotta da Magistratura e Guardia di Finanza di Bergamo, in stretta collaborazione con la locale Prefettura, s’inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria che vede il Corpo impegnato a contrastare tutte quelle condotte di indebita richiesta e percezione di risorse pubbliche, per accertarne la corretta destinazione».
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